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Il mostro di clipping Pt.3

Eccoci giunti alla terza ed ultima parte del nostro excursus sulla distorsione e sui metodi per ottenerla in modo che abbia un comportamento quanto più musicale e piacevole. Normalmente, il circuito di clipping di un pedale può essere realizzato in vari modi, di seguito ne elencherò solo i più conosciuti e usa

Eccoci giunti alla terza ed ultima parte del nostro excursus sulla distorsione e sui metodi per ottenerla in modo che abbia un comportamento quanto più musicale e piacevole. Normalmente, il circuito di clipping di un pedale può essere realizzato in vari modi, di seguito ne elencherò solo i più conosciuti e usati dai musicisti da oramai vari decenni.• Circuito tipo Fuzz Face: i transistor vengono fatti lavorare in zona non lineare producendo cosí la distorsione. Il suo comportamento, anche se questo è un sistema con segnali piccoli, è molto simile a quello di uno stadio finale al massimo volume; se si abbassa il volume della chitarra o si suona con un tocco leggero, il pedale distorce meno o non distorce affatto.  • Circuito overdrive con operazionale: la distorsione viene generata sull’anello di feedback di un amplificatore operazionale; date le modeste correnti in gioco, il suono risulta poco aggressivo e raggiunge saturazioni non molto spinte, molto simili a quelle che si ottengono con un vecchio ampli senza controllo master, al massimo volume. Un rappresentante significativo di questa categoria è il TS808. • Circuito distorsore con operazionale: la distorsione è generata all’uscita di un amplificatore operazionale. Le correnti in gioco sono più forti, il suono risulta più deciso e riesce a raggiungere livelli di distorsioni molto forti. Un esponente leggendario della categoria è senza dubbio il Distortion+. • Circuito distorsore con stadi a transistor: il clipping è allocato tra base e collettore di uno stadio amplificatore a transistor. Sommando più stadi di ottengono distorsioni a dir poco ingombranti, si pensi ad esempio al Big Muff. Come succede sempre in elettronica, esistono molte varianti di queste configurazioni, ciascuna riesce a conferire una caratteristica originale rispetto alle altre esaltando alcune frequenze o eliminandone altre. Esistono anche dei circuiti ibridi, formati dall’unione di più stadi diversi tra loro.
Lo scopo è sempre lo stesso e cioè riuscire a generare un timbro originale, caratteristico e che dia soddisfazione al chitarrista che lo sta utilizzando. I diodi: spiegazione for dummies Per ottenere il livellamento dinamico del segnale, nei pedali si è soliti usare dei diodi.
Questi componenti sono dei semiconduttori che hanno la caratteristica di far passare corrente attraverso di loro in una sola direzione (un po’ come un tornello dello stadio) ma lo fanno a partire da un certo valore di tensione in poi. All’interno di questo dato valore, il segnale non viene livellato, oltre invece si. (mettere immagine PT2DiodeSimmetry, quella con le quattro sinusoidi livellate con diodi) I diodi possono essere realizzati secondo varie tecnologie costruttive: ci sono diodi al silicio, al germanio, diodi zener e diodi shokty. A parte la differente tecnologia, ciascuno di questi raddrizzatori offre un suo comportamento specifico quando è attraversato dalla corrente.  
Questo si tramuta in un differente timbro e una differente risposta armonica che varia da modello a modello, a parità di circuito.
È compito del progettista individuare la “ricetta” per fare di un segnale distorto un buon tone da usare con una chitarra. Essendo il segnale della chitarra riferito a massa, si compone di una parte positiva e di una negativa.

Per questa ragione in un circuito di clipping sono presenti almeno due diodi in “anti parallelo”, cioè invertiti di segno uno rispetto all’altro. Questo perché uno dei due livella la componente positiva, mentre l’altro livella quella negativa. Conclusioni In un amplificatore, come pure in un pedale, ci sono mille altre concause che determinano il suono distorto finale, alcune le ho appena accennate, altre le ho completamente omesse. Non l’ho fatto certo per negligenza, questa chiacchierata voleva parlare fondamentalmente di clipping e quindi, di come si fa la distorsione, a livello base. Esistono una miriade di dispositivi in commercio, tra amplificatori e pedali, in grado di produrre un suono distorto. Essendo molte le cause scatenanti, gli elementi determinanti “a corredo” e le tecnologie a disposizione, le soluzioni possibili sono pressoché infinite. Cercate di orientarvi secondo il vostro gusto, ascoltare e soprattutto paragonare, è l’unico modo per capire se quel suono è per voi meglio di quell’altro. Piuttosto che cambiare un ampli ogni 6 mesi o un pedale a settimana, cercate di capire cosa più vi piace e che cosa vi serve veramente per arrivare al vostro guitar tone, senza dar troppo peso alla pretestuosità di certe affermazioni. In questa occasione ho parlato spesso di dinamica, e quindi di tocco, non a caso. Cercate di ricordare che il suono viene prima dalle vostre mani, da come toccate lo strumento e da come usate il plettro e le dita. Ho sentito un mucchio chitarristi parlar male di questo amplificatore o di quel pedale quando con la chitarra in mano hanno ancora grosse difficoltà anche solo a capire e quindi saper sviluppare certe sfumature timbriche col tocco.
La musica è una cosa bellissima, fatela uscire prima di tutto dalle vostre mani e menti, tecnologia e tecnica a parte, questa e davvero la cosa che conta di più! Un saluto a tutti e alla prossima!Costantino Amici – Costalab