HomeStrumentiChitarra - Test & DemoEHX Micro Q-Tron

EHX Micro Q-Tron

Fabrizio Dadò per Axemagazine © Edizioni Palomino

Per affrontare questo test mi sono immerso per alcuni giorni in un mistico ascolto di funky e disco anni ‘70, culminato con la doppia raccolta di vero afro-funk “d’epoca” Nigeria 70 (Strut Records, 2009). Prima di andare oltre, due parole su cosa sia un envelope follower (o analyzer o detector). L’inviluppo è una delle due qualità (l’altra è il contenuto armonico) che contraddistinguono il suono di uno strumento distinguendolo dagli altri. In pratica rappresenta “il modo” in cui nasce (attacco), si sviluppa (decay), eventualmente si prolunga (sustain) e quindi decade (release) un suono.

Un analizzatore di inviluppo – termine usato in questo caso proprio col significato di involucro – genera un segnale ricostruito sui picchi di ampiezza di questo andamento, come una “busta” appunto, che contorni l’onda, in sostanza convertendo le variazioni di volume del segnale in ingresso in voltaggio.
Negli effetti come il Micro Q-Tron, quanto generato in termini di volume e dinamica dall’interazione tra strumento, dita e plettro viene seguito, followed, dal follower per controllare un filtro, anzi nel nostro caso tre: passa basso, passa banda e passa alto; più forte è il modo in cui colpiamo la corda, più ampia sarà la reazione del filtro e viceversa.

In realtà le cose non sono poi così semplici; efficacia, precisione e morbidezza dell’effetto sono legate, oltre che al controllo del tocco da parte dell’esecutore, all’accuratezza con cui vengono evitati possibili rientri “sporchi”, soprattutto di basse, e dalla qualità dei filtri.

FILTRI E CAMPANE
Entrando nella descrizione del Micro Q-Tron, è la versione XO del grosso e mitico Q-Tron, più dinamico (è alimentato a 24 V), ma purtroppo più ostico per molti musicisti per il maggior numero di controlli che richiedono dimestichezza con un effetto già di per sé non molto intuitivo e in grado di generare, se mal utilizzato, suoni autenticamente fastidiosi.

Anticipiamo che con il Micro Q-Tron questo è rischio è infinitamente più contenuto. Il contenitore è in lega metallica, l’alimentazione è a pila (9 V), ma si può usare un alimentatore esterno; un LED segnala l’accensione dell’effetto. Il pedale è true bypass. Vediamo i controlli. La prima cosa da fare è selezionare con la manopola Mode il tipo di filtro che useremo: LP (low pass, passa basso) per un’enfasi dei bassi (nel senso che taglia gli alti), BP (band pass, passa banda) impostato dalla Casa per operare sulle medie frequenze (riferite alla chitarra), e HP (high pass, passa alto), che lavora sulle alte frequenze.

Il controllo Q permette d’impostare la campanatura delle frequenze su cui lavora il filtro; più lo si ruota in senso orario, più la campana si stringe, rendendo l’effetto più drastico. Il terzo e ultimo controllo del pedale è il Drive che regola la sensibilità del filtro al segnale in ingresso ovvero al nostro tocco; più lo si ruota in senso orario, più la risposta sarà rapida, rendendo l’effetto sempre più presente e drammatico.

TRIONF-UNKY
Tradotte le possibilità di questi controlli in termini musicali, partendo con le manopole Q e Drive più o meno a metà corsa si riescono a ottenere – contrariamente a quanto accade in prodotti più complessi – effetti ben utilizzabili per tutte le posizioni del Mode, aggiustandoli per l’occasione con ritocchi dei due controlli, entrambi molto efficaci nel rendere da un morbido quasi-autowah (perché il Micro Q-Tron sia propriamente tale a mio avviso manca un controllo della frequenza di sweep dei filtri) a un wah fisso, a pseudo-assolvenze di volume regolando il Drive su una bassa sensibilità, per finire con un autentico trionfo di irriverenti effettoni funky, per ritmiche a note singole con o senza accordi, che, a seconda delle corde e delle note implicate, sortiranno risultati sempre diversi e quasi sempre azzeccati per ciascuno dei tre filtri del Micro Q-Tron.

Dopodiché ci sono altre cosette che ciascuno potrà trovarsi sperimentando, anche insieme ad altri pedali: per esempio, un curioso suono tipo steel-drum facendo seguire al Micro Q-Tron un chorus. Uno dei problemi di cui possono soffrire certi envelope follower e auto-wah è la tendenza a catturare il ronzio di rete se usati insieme ad altri pedali e/o con alimentatori esterni; durante la nostra prova non abbiamo rilevato per il Micro QTron alcun problema in tal senso.

VINTAGE FEEL
Electro-Harmonix ci mette a disposizione un altro effetto molto “musicale”, capace di aizzare la creatività dell’utilizzatore egenerare sonorità classiche e ben note, così come estreme e sperimentali, soprattutto se unito a distorsioni e modulazioni: la psichedelia è sempre a un passo dal Micro Q-Tron! La pasta timbrica risulta sempre piuttosto calda, con un feel assolutamente vintage.

L’envelope follower è un effetto poco considerato dai chitarristi, ma in realtà è molto efficace e, al di là dell’uso tipico, se non stereotipato, è ispirativo, in qualche modo persino educativo, visto che si basa su un controllo del proprio tocco che diventa parte dell’effetto stesso. Due esempi di sonorità auto-wah solistiche, uno vecchio e uno nuovo? Larry Carlton su Salud (da Eight Times Up, Warner Bros. 1982) e John Scofield su Something’s Got A Hold On Me (da Piety Street, Universal 2009).

Fabrizio Dadò per Axemagazine © Edizioni Palomino