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Dream Theater – Live Scenes From New York

Nel nostro lettore oggi sta suonando il triplo live dei Dream Theater.Live Scenes From New York ha avuto un parto un po' complicato, dovuto soprattutto ad una copertina piuttosto infelice che raffigurava le Twin Towers che andavano a fuoco, come una sorta di drammatica seppur del tutto inconsapevole profezia (da notare

Nel nostro lettore oggi sta suonando il triplo live dei Dream Theater.Live Scenes From New York ha avuto un parto un po’ complicato, dovuto soprattutto ad una copertina piuttosto infelice che raffigurava le Twin Towers che andavano a fuoco, come una sorta di drammatica seppur del tutto inconsapevole profezia (da notare che i Dream Theater non sono stati l’unico gruppo che prima dell’11 settembre aveva messo in commercio un disco con una copertina con le Twin Towers che andavano a fuoco).Molto semplicemente Live Scenes from New York è un’esibizione live che rappresenta l’ultima volta che i nostri hanno portato l’intero set di Scenes From A Memory, il concept album uscito nel 1999, in concerto. Stiamo parlando del concerto tenutosi il 30 agosto 2000 al Roseland Ballroom, concerto da cui poi sono stati tratti un DVD (di controversa realizzazione e con notevoli, ma sembra risolti, problemi di produzione e mixaggio), una VHS (con solo la parte dedicata a Scenes from a memory) e questo triplo live. Qualche considerazione sui Dream Theater. Sono sicuramente un gruppo dall’alto tasso tecnico e teorico, ma ultimamente si stanno commercializzando un po’ troppo, non dal punto di vista musicale (fortunatamente), ma relativamente alle operazioni commerciali. E’ abbastanza assurdo che i Dream Theater abbiano fatto uscire su 6 album studio addirittura 3 album live. C’è anche da dire che musicalmente hanno virato sensibilmente dopo la dipartita del tastierista originario Kevin Moore. In sua presenza le canzoni erano si prog, ma assumevano quel velo di leggerezza e tristezza “classica” che le rendeva forse più ricercate e meno smaccatamente tecniche e virtuosistiche di come lo sono ora. Jordan Rudess è senza dubbio un sostituto eccellente, ma probabilmente a livello compositivo, il vuoto che ha lasciato Kevin Moore rimarrà incolmabile. In questo live tuttavia ci sono delle sorprese più o meno belle. La sorpresa più gradita è sicuramente il ritrovamento della voce di James LaBrie. Il controverso cantante canadese, che ultimamente non aveva molto convinto nei live, qui è in ottima forma e, grazie anche ad un uso più intelligente della voce (modulazioni diverse per quando deve andare molto in alto), riesce a sfoderare la voce dei bei tempi sorprendendo per potenza e espressività. Colui che forse parzialmente delude è John Petrucci, il virtuosissimo chitarrista di Long Island. Il suono risulta talvolta troppo carico di effetti e impastato, e anche certi assoli (tipo Fatal Tragedy) sembrano riveduti e corretti per non sfigurare troppo con le versioni studio. In definitva John sembra quasi aver perso una piccola parte della sua proverbiale tecnica a scapito forse di un fraseggio molto più fluido e di una ancora più evidente propensione alla melodia.E’ molto interessante, infatti, come gli assoli più degni di nota rimangano quelli di Through Her Eyes (che dal vivo diventa molto più emozionante e coinvolgente) e The Spirit Carries On. Niente da dire ovviamente sulla ritmica, come sempre precisa e rabbiosa.Il suono di gruppo è sempre il solito e cioè con un Portnoy precisissimo e virtuosissimo (tra l’altro si esibisce anche come corista con risultati soddisfacenti), un Myung forse un po’ sacrificato all’interno di questo gruppo (non esce molto dal suond globale dei 5), un LaBrie come detto in ottima forma, un Rudess molto convincente anche per la scelta dei suoni e Petrucci a scandire la maggior parte delle canzoni. Degne di nota le apparizioni di Theresa Thomason, cantante gospel assolutamente straordinaria che duetta da brivido con Petrucci in Through Her Eyes e The Spirit Carries On e di Jay Beckenstein (sassofonista degli Spyro Gyra) che ci regala degli assoli assolutamente degni di nota in Another Day. Interessante riportare che (si capisce meglio se lo si vede per esempio nella VHS o nel DVD) l’intero set di Scenes From A Memory sia stato riprodotto in modo molto fedele, facendo introdurre ad esempio gli eleganti strum di Regression da un attore (Kent Broadhurst) nella parte dell’ipnoteraputa. Tutto il concerto, poi, era scandito dalle immagini che venivano proiettate su due mega schermi ai lati dello stage dove venivano fatte vedere delle sequenze attinenti al concept. In definitiva un live con molti punti di forza. Prima di tutto il prezzo contenuto (per essere un triplo), per poi passare a una totale varietà di canzoni presenti in esso (si abbraccia tutta la carriera dei Dream Theater), ad alcune citazioni simpatiche (in A Change Of Seasons si sentono gli echi dei Simpson o di un saloon!) e ad un suono molto convincente e pieno. I Dream Theater si dimostrano come sempre un gran gruppo, dotato di tecnica strabordante e capace di fare qualsiasi cosa nei live set. Quello che manca forse è una sorta di imperfezione che renderebbe il tutto meno “perfetto” e più umano. Dal vivo i Dream Theater ripropongono le loro canzoni in maniera perfettamente attinente all’originale mancando forse di quell’elemento improvvisativo che li renderebbe ancora migliori di quello che già sono.Cd1

  • Regression
  • Ouverture 1928
  • Strange Déjà Vu
  • Through My Words
  • Fatal Tragedy
  • Beyond This Life
  • John & Theresa Solo Spot
  • Through Her Eyes
  • Home
  • The Dance Of Eternity
  • Cd2

  • One Last Time
  • The Spirit Carries On
  • Finally Free
  • Metropolis Pt.1
  • The Mirror
  • Just Let Me Breathe
  • Acid Rain
  • Caught In A New Millenium
  • Another Day
  • Jordan Rudess Keyboard Solo
  • Cd3

  • Erotomania
  • Voices
  • The Silent Man
  • Learning To Live
  • A Change Of Seasons
  • Casa discografica: Elektra
    Anno: 2001