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Impariamo a trascrivere la musica a orecchio

In questo nuovo articolo voglio affrontare un argomento che ad alcuni musicisti potrà sembrare banale, ma che non lo è affatto: trascrivere "a orecchio" i brani che vogliamo imparare.

In questo nuovo articolo voglio affrontare un argomento che ad alcuni musicisti potrà sembrare banale, ma che non lo è affatto: trascrivere “a orecchio” i brani che vogliamo imparare.

Faccio una breve premessa: chi è della mia generazione o comunque chi ha imparato a suonare prima degli anni 2000, ha dovuto sviluppare per necessità questa capacità. Non c’era internet o comunque era agli albori, non c’era youtube con le “bass cover” con tablature annesse.
C’erano i dischi da ascoltare, anzi spesso c’erano ancora le cassette che il più delle volte non suonavano nemmeno perfettamente intonate. Non sempre era possibile reperire le trascrizioni dei brani che desideravamo imparare ed, in ogni caso, cercarle significava perdere interi pomeriggi nei negozi di spartiti musicali.

Oggi la quantità di materiale che abbiamo a disposizione sulla rete è enorme ed è di accesso immediato, ma ciò non significa che per questo motivo dobbiamo permettere alle nostre capacità musicali di impigrirsi, o peggio, di non svilupparsi.
Molto spesso, quando propongo agli allievi più giovani di provare a imparare ad orecchio un brano, vedo sguardi di terrore e di completo smarrimento, proprio per questo voglio provare ad indicare in questo articolo qualche consiglio pratico per affrontare questo esercizio.

Il primo interrogativo solitamente è: da dove inizio?

Sono tante note ed inizialmente, pensare di doverle trovare una ad una solo ascoltandole, sembra un’impresa insormontabile.
In realtà bisogna ragionare in modo schematico, dobbiamo “filtrare” le note ed andare a trovare prima quelle più “importanti”.

Come si fa?

Senza dubbio se abbiamo studiato un po’ di armonia o almeno l’armonizzazione della scala maggiore, avremo la strada in parte spianata. Il primo passo è infatti capire la tonalità del brano e di conseguenza le fondamentali degli accordi su cui la struttura armonica del brano si muove.

Prendiamo ad esempio un brano famosissimo, armonicamente semplice e dalla linea di basso molto caratteristica: Stand By Me di Ben E. King.

Come già anticipato, il primo passo è comprendere la tonalità del brano. In questo caso la tonalità è La maggiore e corrisponde al primo accordo della progressione armonica. Questa condizione non si verifica sempre, ovvero la tonalità del brano non necessariamente corrisponde al primo accordo del brano.

Cercando di semplificare molto il discorso, possiamo identificare l’accordo (maggiore o relativo minore) che corrisponde alla tonalità della canzone, cercando di comprendere quale è il momento di “riposo” o risoluzione della progressione armonica, momento in cui non si avvertono tensioni musicali, ma l’armonia risulta “stabile” e priva della sensazione di dover risolvere verso l’accordo successivo.
Questo è il primo punto cardine da cui dobbiamo iniziare a muoverci.

Assodato che la tonalità di Stand By Me è La maggiore, il primo consiglio è quello di eseguire la scala di La maggiore in modo ascendente e discendente e contemporaneamente cantare le note che stiamo suonando.
Questo esercizio ci permetterà di iniziare a prendere confidenza con la tonalità e con il suono di tutti i gradi della scala.

Il passo successivo, prima ancora di cercare di individuare la linea di basso, sarà quello di individuare, nella scala di La maggiore, quali sono le note che corrispondono alle fondamentali degli accordi dell’intera progressione armonica.

Su quali gradi della tonalità si muove il brano?

In questa fase chi ha un orecchio più allenato non avrà grosse difficoltà, altrimenti la soluzione è quella di muoversi per tentativi finché non avremo trovato le note giuste.

Il brano che abbiamo preso in esame si muove su quattro accordi:

La – F#m – Re – Mi

che identificati come gradi della tonalità sono:

I – VI(m) – IV – V

Suoneremo quindi delle note lunghe sulle fondamentali degli accordi:

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Il passo successivo è occuparsi dell’aspetto ritmico, questa è la fase più intuitiva e naturale che non dovrebbe portare grandi difficoltà, l’importante è solo ascoltare attentamente.

Eseguiremo quindi le fondamentali degli accordi come sopra, arricchendole con la ritmica del brano:

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La fase finale consiste nell’identificare le note di passaggio che vengono utilizzate per collegare le fondamentali dei relativi accordi e nel posizionarle nei momenti ritmici corretti. Nel caso di Stand By Me è piuttosto semplice dato che i bassi si muovono per gradi congiunti o al massimo per intervalli di terza, non vengono utilizzati suoni estranei alla scala di riferimento:

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Per concludere è importante dire che quello che vi ho descritto in questo articolo è un allenamento, più ci si esercita a trascrivere ad orecchio e più i risultati arriveranno con maggiore precisione e rapidità.

L’orecchio si allena e la musica che suoniamo utilizza soluzioni ricorrenti. Ogni volta che facciamo questo esercizio il nostro cervello registra suoni ed intervalli che riconoscerà più facilmente le volte successive che li incontrerà, se a questo aggiungiamo l’abitudine a cantare quello che stiamo suonando il processo diventerà ancor più rapido ed efficace.