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Bachi Da Pietra – Quintale

Ogni album dei Bachi Da Pietra è incredibile. Ogni album dei Bachi Da Pietra è un’autentica esperienza. È un’esperienza unica per chi lo ascolta ma, soprattutto, è un’esperienza profonda per loro che lo pensano, che lo scrivono, che lo arrangiano e che vanno ad inciderlo in location spesso e volentieri sugges

Ogni album dei Bachi Da Pietra è incredibile. Ogni album dei Bachi Da Pietra è un’autentica esperienza. È un’esperienza unica per chi lo ascolta ma, soprattutto, è un’esperienza profonda per loro che lo pensano, che lo scrivono, che lo arrangiano e che vanno ad inciderlo in location spesso e volentieri suggestive eppure addirittura proibitive ed insolite. Questa volta Giovanni Succi e Bruno Dorella si sono affidati all’esperienza e alla professionalità di Giulio Ragno Favero: è lui che si è occupato di registrare in presa diretta – e in analogico – le tredici canzoni inedite che hanno trovato posto nel favoloso Quintale. Suoi, tra l’altro, anche i cori sparsi qua e là e l’assolo di chitarra molto “sonico” presente in Fessura, quinto brano in scaletta e caratterizzato da un cantato quasi rappato assai convincente e calzante.

Oltre a Favero, in Quintale, giunto a circa tre anni di distanza dal precedente Quarzo, figura un altro ottimo musicista: Arrington De Dionyso. Il sax bruciante, impazzito ed assolutamente ruvido che si può notare in Enigma, Paolo Il Tarlo e Ma Anche No è il suo. Tutto il resto è opera del fenomenale duo attivo ormai dal 2004, in questa occasione volenteroso di fare un disco il più rock ‘n’ roll possibile. Ed in effetti Quintale un taglio rock ‘n’ roll ce l’ha. Ce l’ha nell’approccio, nello spirito, nell’impronta. Ovviamente è un rock ‘n’ roll nella sua accezione più cruda, un po’ “alla Motörhead” per intendersi. Del resto le atmosfere sono cupissime, i suoni delle chitarre elettriche micidiali. Dorella percuote la batteria con una potenza non indifferente. Insomma: gli ingredienti per un Lp importante ci sono tutti. E infatti Quintale è un Lp importante. Mettiamoci poi una scrittura dei testi per l’ennesima volta sontuosa, da non sottovalutare affatto: ecco allora che tutto ritorna.
 

Mastodontica è l’apertura del cd, affidata allo spessore di un pezzo roboante (e struggente per le tematiche) quale Haiti: spettacolare e lancinante è il riff portante, esemplare lo sviluppo e il finale. È una traccia che colpisce dopo pochi istanti, lasciando praticamente a bocca aperta. Neanche il tempo per riprendersi da una sberla del genere che irrompono altri due grandi brani d’impatto e dal tiro strepitoso: Brutti Versi e Coleotteri sono talmente devastanti che non danno quasi modo di respirare. Segue allora Enigma: testo geniale, tutto basato sull’impossibilità unanime di comprendere il mistero del trapasso. Il sound? Impeccabile. Anche qui i ritmi sono sostenuti. Se ascoltata a volumi alti, questa canzone può facilmente stordire. Con la già citata Fessura si ha giusto qualche minuto a disposizione per rifiatare e per godere della pura bellezza della traccia, aperta da un arpeggio di chitarra elettrica che ricorda un po’ l’intro di Maliconica, vecchio brano dei Marlene Kuntz contenuto in Che Cosa Vedi del 2000.

Come già scritto sopra, qui si nota, da parte di Succi, una modalità di canto vagamente simile al rap, un po’ sulla falsariga di Frankie HI-NRG MC. Ne viene fuori un pezzo che strizza praticamente l’occhio al crossover. Insomma, un bell’esperimento, decisamente riuscito. Si arriva così al giro di boa: Mari Lontani è una vera e propria cavalcata. Ed è un’altra canzone stupenda, alquanto ispirata nelle liriche e perciò intensa, ma al contempo oscura, tenebrosa. Subito dopo arriva una nuova scarica letale che garantisce grandi sussulti. Il trittico formato da Io Lo Vuole, Pensieri Parole Opere e Paolo Il Tarlo è notevole. I componimenti sembrano quasi essere complementari per via del registro musicale coerente e straripante. Cosa segue? Sangue. In questo caso i Bachi si abbandonano ad un vero e proprio delirio sonoro, con una struttura indefinita e schizofrenica: meraviglioso. Anche Dio Del Suono è un’altra traccia convincente, meno tirata rispetto al quartetto che la precede eppure molto solida e piena.

Chiudono la raccolta Ma Anche No e la geniale [email protected]. Su quest’ultima, presente soltanto nelle versioni digitali dell’album, non vogliamo aggiungere nulla, se non altro per lasciare un minimo di sorpresa a quelle persone desiderose di acquistare prossimamente una copia del disco. Di Ma Anche No invece possiamo dire che è un episodio abbastanza ipnotico e, in alcuni dal frangenti, dal piglio quasi psichedelico, specialmente per via delle sontuose incursioni di sax.

Cos’altro aggiungere su Quintale? Niente, se non il fatto di rimarcarne l’altissimo livello, il modo perfetto in cui è stato suonato e prodotto. Assieme ad Opera degli Zeus! è senza ombra di dubbio il miglior disco rock italiano rilasciato nella prima parte del 2013. Difficile trovare, almeno nello Stivale, un album così completo e ricco. Difficilissimo trovare gruppi italiani migliori dei Bachi Da Pietra. Del resto, se dal disco d’esordio del 2005 ad oggi non hanno mai toppato un motivo ci sarà.

Alessandro BasileAscolta gratuitamente l’album tramite il player Spotify incorporato.

 Genere: Alternative Rock, Stoner, Noise, Rock Blues

Line-up:
Giovanni Succi – voce, chitarre
Bruno Dorella – batteria

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Tracklist:
1. Haiti
2. Brutti Versi
3. Coleotteri
4. Enigma
5. Fessura
6. Mari Lontani
7. Io Lo Vuole
8. Pensieri Parole Opere
9. Paolo Il Tarlo
10. Sangue
11. Dio Del Suolo
12. Ma Anche No
13. [email protected]