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Il controllo del nostro suono live #2

Dopo quanto visto nella prima puntata, ci sono le molteplici soluzioni tipiche del mixer digitale, iniziando dalle scene, ossia memorie statiche del mix di un brano, che facilitano il lavoro del fonico (o del musicista che si occupa della fonia) dal vivo, richiamando istantaneamente tutte le regolazioni del mixer per o

Dopo quanto visto nella prima puntata, ci sono le molteplici soluzioni tipiche del mixer digitale, iniziando dalle scene, ossia memorie statiche del mix di un brano, che facilitano il lavoro del fonico (o del musicista che si occupa della fonia) dal vivo, richiamando istantaneamente tutte le regolazioni del mixer per ogni brano e/o parte di esso, estremamente utile se lavoriamo spesso negli stessi locali! 

La grande comodità di queste scene è che possono essere preparate off-line prima del concerto, magari in sala prove e/o sul divano di casa dal fonico/musicista che ha questa incombenza e ritoccate “ad arte” durante il sound check.
In alcuni modelli le scene hanno altri nomi come snapshot o show o come-sceglie-il-progettista, ma la cosa importante per ottenere il miglior risultato possibile è sapere se comprendono tutti i parametri e/o se qualcuno è escluso.
Ovviamente a breve ci aspettiamo anche in questi mixer economici la possibilità di automazioni dinamiche per avere il missaggio che segue il brano in tempo reale, anche se dal vivo ci potrebbero essere problemi di tempo metronomico e solo l’intervento manuale potrebbe salvare il concerto!

Il controllo del nostro suono live #2

Ora approfondiamo la sezione tipica del digitale per essere pronti alle condizioni più critiche: potrebbe essere utile l’opzione della connessione wireless a 5mHz oltre quella standard a 2,4mHz, che potrebbe essere penalizzata dall’affollatamento e/o dalla presenza di altre reti vicine più potenti sulla stessa frequenza!
Altra opzione interessante potrebbe essere il controllo via MIDI o USB delle funzioni del mixer tramite una superfice di controllo, cosa che può tornare utile per chi è abituato a lavorare con mixer analogici e/o preferisce un controllo tattile.

Un’altra opzione interessante riguarda la porta USB che può essere usata senza “rubare” canali per la riproduzione di brani (possibile in alcuni mixer anche tramite via bluetooth) magari con gestione attiva dei suoi contenuti tramite una sezione di riproduzione completa (play, stop, pausa, avanti/indietro veloce) e che elenca cartelle, brani, durate, etc… In alcuni mixer digitali questa connessione può essere utilizzata anche per fare registrazioni stereo o multi-traccia con tutti gli ingressi indipendenti, per la massima goduria di chi poi farà editing e montaggio, magari in sync con il video!

La connessione per un pedale con il quale il musicista, in assenza del fonico, può attivare/disattivare degli effetti e/o dei parametri, anche se ovviamente il mixer digitale prevede anche una gestione via MIDI, dal semplice program change per le scene fino ad automazioni molto sofisticate, apprezzatissime dai tastieristi più che dai fonici o dagli altri musicisti.
Tornando all’automazione del mix ma anche per altri scopi, è utile avere anche un metronomo interno generato digitalmente per mandare il segnale a batterista, bassista e quanti altri ne abbiano bisogno, magari per un brano particolare!

Il controllo del nostro suono live #2

Infine abbiamo funzioni evolute che magari ci serviranno una volta l’anno… ma quella volta ci farà piacere sapere che esistono! Tipo patch per avere un cablaggio molto flessibile senza dover spostare fisicamente i connettori di ingresso/uscita dal mixer stesso, freeze per evitare un black-out sonoro in caso di problemi del mixer, lock o safe del canale (o di più canali) per prevenire la modifica accidentale dei parametri durante il concerto, analizzatore di spettro per vedere ciò che sta accadendo e, con un buon microfono da misura, rendere la risposta lineare. 

Ultima ma non ultima, la possibilità di automazione tramite gruppi DCA (digital-controlled amplifier) che servono per processare i segnali dei canali per controllare digitalmente il volume; questa opzione deriva dalla gestione del segnale analogico tramite sotto-gruppi e poi dall’automazione VCA (voltage-controlled amplifier).

Il controllo del nostro suono live #2

Chiudo con il solito invito di andare a provare un po’ il mixer digitale presso il vostro negoziante di fiducia perché aldilà di tutte le opzioni, caratteristiche e suono è molto importante l’approccio personale con il mixer: se non trovate subito le funzioni/pagine che vi servono, se notate mancanza di feeling o se riscontrate una certa lentezza del mixer nel seguire le vostre impostazioni… cambiate mixer prima dell’acquisto, non dopo!

A questo punto credo sia chiaro perché ho preferito parlare del mixer digitale rispetto a quello analogico, la versatilità e la possibilità di controlli individuali per ogni musicista sono un argomento difficilmente affrontabile con un corrispondente mixer analogico.