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Un viaggio nella storia della radio italiana

Dalla prima trasmissione del 1924 ai messagi in codice dei partigiani, dalla musica jazz per i soldati al suono del crollo della Mole Antonelliana di Torino e molto altro fino ai giorni nostri...

Dalla prima trasmissione del 1924 ai messaggi in codice dei partigiani, dalla musica jazz per i soldati al suono del crollo della Mole Antonelliana di Torino e molto altro fino ai giorni nostri…

C’è un vero e proprio tesoro nascosto negli archivi della Rai relativi alle trasmissioni radio, un universo di registrazioni, centinaia di migliaia tra bobine, dischi ed altri supporti, che è sin troppo nascosto e poco conosciuto nella cultura odierna. 
Per fortuna, c’è chi con passione se ne occupa da decenni e ancora oggi continua l’opera di conservazione e restauro di ciò che è a tutti gli effetti un patrimonio non solo del nostro Paese, ma dell’umanità, viste le storie che vengono documentate e raccontate.
Lo avevamo già visto ad esempio con l’articolo sulla Discoteca di Stato.

Oggi ne scopriamo un po’ di più grazie a Rai Radio Techeté, che cura una speciale programmazione fatta di documenti audio riguardanti la storia della radio Rai e, fondamentalmente, la storia italiana, da ogni punto di vista incluso quello di intrattenimento e musicale.

Nel seguente video, potrete ascoltare la prima trasmissione radio del 1924, con l’annuncio di un’esecuzione musicale da parte di un quartetto classico, e poi via via una serie di documenti audio a dir poco interessanti, che fanno luce su alcuni momenti della nostra storia e cultura, a volte ben pianificati altre volte ripresi casualmente, come nel caso del rovinoso crollo della Mole torinese del 1953 (un po’ come quella registrazione inaspettata del disastro dell’Hindenburg, che molti di noi appassionati di rock conoscono per la copertina di Led Zeppelin I).

Altrettanto interessante sarà vedere e ascoltare i supporti su cui questi audio vennero incisi, dalle bobine ai primi transcription disc, simili ai dischi in vinile ma realizzati in altro materiale, di ben più grande dimensione (ancora non era stato introdotto il microsolco) e incisi direttamente al momento della registrazione (non stampati) e quindi copie assolutamente uniche.
E poi ovviamente il nastro magnetico e poi ancora vinile come lo conosciamo oggi, la rivoluzione musicale e giovanile, dai Beatles a tutti gli altri nuovi “ribelli”…

Vi lasciamo al video e a questo viaggio nella storia della radio italiana (e non solo).