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The Deviants: psichedelia, denti stretti e controcultura

Siamo alla fine degli anni '60 quando lo studente d'arte ed esponente della controcultura giovanile Michael Farren fonda i The Deviants, nome abbreviato della prima scelta The Social Deviants. Per descrivere la loro musica Farren usa un'espressione calzante, psichedelia mista al digrignare di denti.

Siamo alla fine degli anni ’60 quando lo studente d’arte ed esponente della controcultura giovanile Michael Farren fonda i The Deviants, nome abbreviato della prima scelta The Social Deviants. Per descrivere la loro musica Farren usa un’espressione calzante, psichedelia mista al digrignare di denti.

The Deviants 3 e il loro terzo ma anche ultimo album, poiché Farren si dichiara contrario al volere degli altri componenti della band, che miravano in direzione più hard rock, di stampo Led Zeppelin. D’altronde l’esordio di questi ultimi, fulminante per tutti i colleghi, è proprio dello stesso anno, il 1969.
Farren dedicherà poco altro tempo a una carriera musicale, mentre intraprenderà quella del giornalista, pur non abbandonando mai la musica come testimonia ad esempio il brano “Lost Johnny” scritto con Lemmy degli Hawkwind e futuri Motörhead.

Gli altri membri della band, invece, daranno vita ai Pink Fairies, formazione che pur di nicchia è tutt’altro che secondaria, dato il loro ottimo esordio con Never Never Land (1971), considerato uno dei masterpiece del rock anni ’70.

the deviants 3 back

Il mio personale consiglio è quello di curiosare nell’ascolto di questa band, magari cominciando dal primo Ptooff! che è il loro disco di debutto ma anche di punta della magra discografia, per capire quali sono le origini di un certo tipo di rock che a mio parere, ma accetto ovviamente critiche, ha nel sangue le stesse cellule di generi che verranno anni o decenni dopo. 

P.s. per chi se lo stesse chiedendo, nel video cito anche i Groundhogs, una band che amo molto e in cui ritrovo la stessa sincerità sonora e lo stesso “digrignare di denti” descritto da Farren, anche se ovviamente con sonorità più tendenti al Blues-Rock che alla psichedelia. Ma in fondo, queste sono tutte catalogazioni che facciamo noi oggi, all’epoca c’erano solo giovinezza, adrenalina, volume, voglia di dire qualcosa di nuovo e un approccio primitivo e sincero verso i propri strumenti.