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Ascoltare Musica in bassa qualità fa male?

Riportiamo qui oggi un video prodotto da Massimo Varini in cui viene posta una domanda aperta sugli eventuali effetti nocivi di un ascolto in bassa qualità.

Riportiamo qui oggi un video prodotto da Massimo Varini in cui viene posta una domanda aperta sugli eventuali effetti nocivi di un ascolto in bassa qualità.

Ovviamente, dovrete prendere il titolo solo come una provocazione, perché è indubbio che dopo ascolti (anche a lungo termine) di mp3 non ci si ammali o si muoia di brutti ascolti (e evitiamo di entrare in qualsiasi questione medica che va trattata solo da medici dotati di titolo ed esperienza), ma è interessante invece la domanda che punta a capire se dopo una sessione in qualità bassa di una certa durata si possa essere colti da un certo grado di affaticamento mentale dovuto al tipo di messaggio sonoro.
No, non si va all’ospedale, altrimenti saremmo già tutti in clinica… ma anche una lieve sensazione di fastidio o non piena godibilità, se ce la potessimo risparmiare sarebbe meglio. 

In effetti, parlando di effetti sull’umore e sul benessere, la musica può essere “curativa” (esiste del resto la musicoterapia, oramai una realtà psicoterapeutica più che accettata a livello accademico), il dubbio verte se, come ogni cosa, usata in modo qualitativamente non adeguato si possa avere l’emergere di anche solo una minore propensione a medio-lunghi ascolti. 

Ecco il video, sotto il quale riportiamo la descrizione dello stesso Massimo per capire bene i vari passaggi che affronta. 
Ricordiamo che qui su Musicoff si pone una domanda aperta. A tale domanda si può rispondere in accordo o in disaccordo, magari allargando il campo delle ipotesi pro o contro il dubbio che Massimo ha posto, con la sua stessa educazione e civiltà.

Di seguito i vari passi trattati nel video e riportati a parole scritte da Massimo, per chi nel momento che legge fosse impossibilitato a visionarlo.

Ovviamente il titolo di questo video è assolutamente provocatorio, ma vorrei far riflettere su degli aspetti che credo possano essere importanti e vorrei tanto che qualche “mente pensante”, magari qualche professore, potesse fare ricerche in questo ambito.
Non entro nella diatriba vinile contro digitale, ma restiamo in un unico ambito che è quello con cui la quasi totalità delle persone fruiscono della musica.

  • 01 Vi siete mai chiesti come sia possibile che un brano in formato audio come quello del CD abbia un peso di circa 40 Megabyte mentre lo stesso, in mp3 o altro formato compresso possa pesare anche solo 2 Megabyte?
  • 02 Vi siete mai chiesti “chi paga” il prezzo di questa mancanza di dati?
  • Tra poco vi farò ascoltare esattamente cosa intendo, facendovi sentire cosa ci spariamo nelle orecchie, anche se è molto nascosto.
  • 03 Non è una questione di “compressione dati” come per i file zip che una volta compressi occupano meno spazio sui nostri dispositivi, si tratta di algoritmi che scelgono quali “informazioni digitali” e conseguentemente quali suoni, togliere dai pacchetti dati.
  • 04 Mi chiederete forse: quindi? che cambia.
  • 05 Perchè ascoltare file molto leggeri o in streaming porta al nostro orecchio e quindi al nostro cervello rumori che, a mio avviso, potrebbero anche non essere salubri…
  • 06 Rumori che non sono udibili se non con il processo che vi farò sentire tra pochissimo.
  • 07 Rumori “che non sono udibili” se non “scoperti” ma che si percepiscono a livello inconscio.
  • 08 Ad esempio, se io sono allergico ad una certa sostanza, ad esempio il latte, non importa che io beva il latte per stare male, basta che il lattosio sia presente in un alimento anche se il sapore del latte non sarà assolutamente presente; allo stesso modo questi suoni/rumori di codifica che non possiamo ascoltare.
  • 09 Ok, veniamo al punto. Un file audio di una canzone, in qualità CD, che non è la massima qualità, ma è accettabile e “lossless” quindi senza perdita di dati per compressione, pesa circa 40 MB
  • 10 Un mp3 è un formato Lossy, cioè con perdita, questo algoritmo, come AAC e altri formati, elabora il segnale per ricomporre sequenze numeriche più brevi e quindi che abbiano un “peso” in termini di informazioni digitali inferiori. Una canzone in mp3 con una buona qualità è circa 6MB, a 4MB è ancora accettabile, quando diventa 2MB o lo si ascolta in streaming con una connessione lenta è di bassissima qualità ed è quello di cui vi voglio parlare.
  • 11 Ascoltiamo ora una canzone nei vari formati. La canzone è Waiting for the Sun, una canzone che ho prodotto e che posso farvi ascoltare rispettando tutti i diritti di copyright, non potrei farlo con nessun altro brano di cui non fossi io il proprietario di tutti i diritti di sfruttamento, senza ledere diritti di terzi. ascolto in stereo del brano a diverse qualità guardiamo anche le forme d’onda. Ora farò un procedimento che si chiama “mono controfase” che consiste nel togliere far diventare il file mono, invertendo la fase di un solo canale, significa quindi che tutto quello che è al centro “sparirà”, un po’ quello che fanno alcuni software che permettono di togliere la voce dalle canzoni, per poi creare basi karaoke. 

Alla luce di quanto vi ho fatto ascoltare, credo possiate anche voi riflettere quanto possa far bene a noi, o ai nostri figli, ascoltare musica in bassa qualità, soprattutto se “sparata” ad alto volume nelle cuffiette e per molte ore al giorno.
Non ho assolutamente alcuna informazione scientifica che questo possa essere dannoso, ripeto, ma vorrei condividere con voi questa preoccupazione.