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At the Drive-In – Relationship of Command

Si dice che, un po' come il vino, anche noi invecchiando miglioriamo: diventiamo più saggi, realisti, affidabili, responsabili etc... Non si tratta certamente di un teoria scientifica visto che può essere contraddetta da molti esempi, ma un fondo di verità lo ha senza dubbio: crescendo e invecchiando cambiamo. Quest

Si dice che, un po’ come il vino, anche noi invecchiando miglioriamo: diventiamo più saggi, realisti, affidabili, responsabili etc… Non si tratta certamente di un teoria scientifica visto che può essere contraddetta da molti esempi, ma un fondo di verità lo ha senza dubbio: crescendo e invecchiando cambiamo. Questo, alcune volte, avviene anche nella musica: capita a noi (che magari ora non possiamo fare a meno dell’ultimo album degli Immortal, ma un domani troveremo in Gigi D’Alessio la colonna sonora della nostra vecchiaia… o viceversa) e anche ai musicisti professionisti, ai nostri idoli. Non a tutti, certo, perché nella musica ci sono molti eterni bambini, ma qualche gruppo che evolve il suo stile o addirittura si scioglie perché crescendo si cambia esiste.Gli At The Drive-In ne sono un esempio. Se non conoscete questo gruppo di El Paso, e quindi neanche l’album di cui stiamo per parlare, siamo qui per rimediare, ma sappiate che vi eravate persi una delle band più influenti dell’ultimo decennio. Attivi dal 1994 al 2001, Cedric Bixler-Zavala, Jim Ward, Omar A. Rodriguez-Lopez, Pablo Hinojos-Gonzalez e Tony Hajjar si presentano come un gruppo di ventenni scalmanati, ribelli e pronti a urlare al mondo le loro ragioni attraverso una musica che riprende la scia di gruppi come Fugazi (se non conoscete neanche loro dovete preoccuparvi, siete stati assenti a qualche lezione di storia della musica).Dopo i primi due album, “Acrobatic Tenement” e “In/Casino/Out”, interessanti e piacevoli ma non particolarmente innovativi, arriva la svolta della loro carriera: “Relationship of Command”. L’album esce il 12 settembre del 2000, la critica lo accoglie molto positivamente e loro partono per una tournée di promozione che li vedrà accolti da grandi folle; sembra andare tutto alla perfezione ma nel marzo del 2001 la band improvvisamente si scioglie. Bixler-Zavala e Rodriguez-Lopez infatti hanno l’ambizioso progetto di avvicinarsi ai suoni di “The Piper at the Gates of Dawn” dei Pink Floyd, mentre gli altri membri preferirebbero prendere la strada dell’Alternative Rock.Il tempo premierà sopratutto i primi, che formarono i celeberrimi e sperimentali The Mars Volta (“De-Loused in the Comatorium”, il loro debutto, può saziare una vostra eventuale curiosità), mentre gli altri daranno vita agli Sparta, un progetto più tradizionale.Per quella strana legge che vede aumentare l’interesse su una band sopratutto dopo che si è sciolta, non si è mai smesso di parlare degli At the Drive-In e sopratutto di “Relationship of Command”, perché, come abbiamo detto prima, crescendo indubbiamente si cambia, ma non per questo quando si era giovani si è fatti solamente delle cose di poco conto. Con questo ultimo album la band texana ha dato vita infatti a una piccola ma rumorosa rivoluzione, la cui ricetta, che a parole non sembra niente di così speciale, in pratica si è dimostrata unica e memorabile: fin dal primo ascolto si viene travolti da un fiume di adrenalina e aggressività brulicante di stati d’animo, che coinvolge e scuote un ascoltatore che non può fare a meno di restarne ammaliato.Per capire di cosa sto parlando dovete necessariamente dare una possibilità a “Relationship of Command”: ad accogliervi troverete una grande e intensa opener come “Arcarsenal”, carica di groove, aggressività ed energia, che vi colpirà come un treno in corsa ma saprà anche toccarvi con momenti emotivamente intensi. Quest’alternarsi di irruenza e sensibilità caratterizza un po’ tutto l’album, come si può vedere dai ritmi meno serrati, ma altrettanto coinvolgenti, di “Pattern Against User” e dalla quasi leggendaria “One Armed Scissor”, uno dei tanti picchi di quest’album, che difficilmente uscirà dalla vostra testa.At The Drive InCon “Sleepwalk Capsules” confermiamo la loro capacità di alternare momenti di completa insanità mentale con la melodia, e proprio su quest’ultima si sofferma la lenta “Invalid Litter Dept.”, una canzone struggente su la spaventosa serie di omicidi femminili che ha colpito Ciudad Juárez, una città vicino El Paso: una canzone dal ritmo lineare, con un piano delizioso, fino alla tempesta finale che si alza tragicamente tra le urla che caratterizzano questo intenso outro. “Mannequin Republic” riprende l’andamento forsennato sostenuta da un basso possente, mentre lo sperimentalismo caratterizza “Enfilade” offrendo numerosi spunti interessanti tra una sfuriata e l’altra. La voce di Iggy Pop si sposa perfettamente con la schizofrenia vocale che caratterizza la dinamica “Rolodex Propaganda”, che si dissolve nell’inizio suggestivo di “Quarantined”, con la sua linea di basso particolarmente azzeccata e i ritmi trascinanti che ricordano l’oggetto della canzone, gli zombie. Torniamo alla vita con i ritmi ossessivi di “Cosmonaut”, una canzone intensa, passionale e quasi astratta vista la varietà e la particolarità delle sue pause, e infine ci troviamo perduti nella soffusa “Non-Zero Possibility”: una canzone lenta con ritmi delicati che fanno venire i brividi fin dall’intro.Nella prima ristampa del disco sono state aggiunte anche altre due tracce “Extracurricular” e “Catacombs”, entrambe molto ammalianti e valide, che aggiungono altro valore a una produzione solida e priva di punti deboli.Se proprio si vuole vedere il pelo nell’uovo qualcuno potrà storcere il naso ascoltando le urla che Bixler-Zavala alterna a parti più armoniose, ma ad alcune emozioni si rende giustizia solo con linguaggi estremi. Del resto del gruppo non si possono che tessere lodi, vista la fantasia di una struttura strumentale riuscita perfettamente in tutte le sue componenti; anche la produzione del famoso Ross Robinson è appropriata e riesce ad enfatizzare l’andamento anarchico dell’album.Una volta conosciuti è molto difficile liberarsi degli At the Drive-In, ed è anche molto difficile trovare dei prodotti all’altezza in questo genere. “Relationship of Command” è semplicemente uno degli album più impressionanti del primo decennio del nostro millennio, se ancora non lo avete ascoltato, vi invito a non attendere oltre; anche perché, probabilmente, quando troveranno un modo per convertire in elettricità l’energia espressa nella musica, quella pura e grezza di questo disco sarà il nuovo petrolio. Genere: Post-hardcore

Line – Up:Cedric Bixler – voce, chitarra in “Rolodex Propaganda”, melodica in “Enfilade”Jim Ward – chitarra, tastiere, voceOmar Rodríguez – chitarra, vociPaul Hinojos – bassoTony Hajjar – batteriacon Iggy Pop ospite vocale in “Rolodex Propaganda” and “Enfilade”

Tracklist:

  • “Arcarsenal” – 2:55
  • “Pattern Against User”
  • “One Armed Scissor”
  • “Sleepwalk Capsules”
  • “Invalid Litter Dept.”
  • “Mannequin Republic”
  • “Enfilade”
  • “Rolodex Propaganda”
  • “Quarantined”
  • “Cosmonaut”
  • “Non-Zero Possibility”
  • “Extracurricular” – (disponibile nella ristampa della Fearless Records)
  • “Catacombs” (disponibile nella ristampa della Fearless Records e nell’edizione Europea e Australiana dell’album )
  • Francesco “Forsaken_In_A_Dream” Cicero