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Violent Femmes – Violent Femmes

Strabiliante esordio discografico di una delle rock band più innovative degli anni Ottanta: i Violent Femmes. Creativi, originali, bizzarri, minimalisti, i figli di Brian Wilson (e del miglior surf) e di Bob Dylan (e del miglior folk) si muovono nell'universo della melodia orecchiabile, tutt'altro che non ricercata, c

Strabiliante esordio discografico di una delle rock band più innovative degli anni Ottanta: i Violent Femmes. Creativi, originali, bizzarri, minimalisti, i figli di Brian Wilson (e del miglior surf) e di Bob Dylan (e del miglior folk) si muovono nell’universo della melodia orecchiabile, tutt’altro che non ricercata, con un approccio assolutamente istintivo ed infantile e con un una strumentazione del tutto particolare: chitarra e basso acustico o leggermente elettrificati e batteria minima (cassa / rullante / timpano / charleston) nella maggior parte dei pezzi suonata con le spazzole. La semplicità compositiva ed emotiva dei Violent Femmes rende la loro musica originale. Fascino ingenuo ed analfabeta di un disco d’esordio strutturato dalle tragicomiche e paradossali liriche di Gordon Gano leader della band e sporco nel suono e nella performance. Inutile perdersi nella descrizione di un band talmente geniale da ispirare ad anni di distanza numerosi musicisti col suo genuino folk-punk. I pezzi scorrono fluidi, quel motivetto afferrabile che progressivamente cambia veste, quel tocco in più (a volte violino, a volte pianoforte, a volte xilofono) che s’innesta perfettamente su una struttura ritmica solida fatta di bassi sostenuti e fraseggi pieni. Si parte con l’euforia di Blister In The Sun (“Let me go on/like I blister in the sun”) fino alla carnalità di Add It Up (“I’ll love to love you, lover”), passando dalla serenata alcolica a tre voci di Please Do Not Go e dalla provocazione di Kiss Off, le malinconiche rime folk di Confessions (“I’m so lonely…Yes I learn my lessons and I don’t wanna hear about your confessions”), l’ilarità di Prove My Love e Promise, l’eccentricità di To The Kill col suo “incipit” insensato e sbaffato che suona come una marcia “Zappiana”; infine il gioiellino dell’album: Gone Daddy Gone, un surf blues caldo ed accattivante (come cavalcare un’onda con uno xilofono dai selvaggi boschi verdi del Wisconsin). Il sentimento genuino di Good Feeling chiude con una nenia questo fulminante capolavoro, pianoforte, violino, un sognante solo acustico (da crepuscolo sulla spiaggia). Diversi interrogativi ed una sola risposta: “Just a little longer”, sospirante conclusione che confluisce in uno speranzoso coretto finale. Successivamente furono aggiunte come bonus tracks 2 canzoni in piena sintonia con lo spirito caratteristico dell’opera prima dei Violent Femmes: la festaiola Ugly e l’ammaliante Gimme The Car.Terminato l’ascolto dell’album riposa nello stomaco una sensazione di catarsi rituale che pochi anni prima era tanto abile a tessere un certo gruppo chiamato The Doors.Se fossero tanto luminose le albe del rock, noi amanti potremmo festeggiare continui natali ^_^

  • Blister In the Sun
  • Kiss Off
  • Please Do Not Go
  • Add It Up
  • Confessions
  • Prove My Love
  • Promise
  • To The Kill
  • Gone Daddy Gone
  • Good Feeling
  • + Ugly
  • + Gimme The Car
  • Casa discografica: WEA / Rhino
    Anno: 1983