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Susan Tedeschi – It Hurt So Bad (Rhythm)

Ben ritrovati cari amici di MusicOff a questo nuovo appuntamento video della rubrica Still Got The Blues, continuiamo oggi lo studio del brano "It hurt so bad" andando ad affrontare la parte di chitarra ritmica; come vi avevo anticipato nella precedente lezione, il brano si muove su un 8 bar blues durante la strofa (ch

Ben ritrovati cari amici di MusicOff a questo nuovo appuntamento video della rubrica Still Got The Blues, continuiamo oggi lo studio del brano “It hurt so bad” andando ad affrontare la parte di chitarra ritmica; come vi avevo anticipato nella precedente lezione, il brano si muove su un 8 bar blues durante la strofa (che è la stessa progressione del solo) ed una seconda sezione sempre di 8 misure per il ritornello. La canzone è in 12/8 ma per convenzione possiamo pensarla anche in 4/4.

L’intro vede il riff iniziale del brano, costruito interamente su intervalli di terza diatonici in tonalità di A, su seconda e terza corda. Il tutto si muove sulla mini progressione di due misure con A – D – A.

Nella strofa vediamo subito l’utilizzo di una tecnica denominata “chicks & fills” per l’accompagnamento sull’accordo di A – 2 misure – ed il successivo accordo di E – 4 misure. Cosa sono i “chicks & fills”? Il termine si usa per identificare l’utilizzo in accompagnamento delle triadi sulle prime 3 corde della chitarra, ponendo l’accento sul 2 e sul 4 della misura. Semplificando, andiamo a doppiare esattamente gli accenti del rullante della batteria.

Nel caso specifico del brano alterniamo le triadi ai bassi dei rispettivi accordi (5a e 6a corda a vuoto). In particolare sull’accordo di A troviamo anche un double-stop riff tipico della musica R’nB che è doppiato anche dai fiati. Dopo il E riprendiamo il riff iniziale.

È nel ritornello che tocchiamo con mano l’argomento principale di questa lezione (e motivo per cui ho scelto proprio questo brano), ossia l’utilizzo di triadi e degli intervalli di terza per creare una parte ritmica efficace sia a livello armonico che, appunto, ritmico. Si parte con un approccio cromatico verso l’accordo di D9, per poi “colorarlo” utilizzando degli intervalli di sesta relativi. Seste che risolvono sul successivo A7, di cui subito dopo suoniamo la triade con un bel double-stop che vi ricorderà molto Hendrix (pur essendo lui ad aver diciamo rubato all’old school R’nB molte delle sue soluzioni).

Sempre continuando sull’accordo di A7, Susan utilizza per l’accompagnamento esclusivamente dei bicordi costruiti sulla triade maggiore del A con l’aggiunta delle estensioni dell’accordo di settima per poi collegarlo cromaticamente al successivo B7, su cui applica lo stesso metodo. Il tutto mantenendo la ritmica fissa sugli ottavi. Riprende poi l’accordo di E9, enfatizzandolo nuovamente spostandosi di semitono sul F9, per poi tornarci e concludere la progressione che ripartirà di nuovo dalla strofa.

Come vedete c’è molto da assorbire anche se stiamo parlando di un brano costruito su pochissimi accordi. Il mio consiglio è quello di iniziare dal riff, cercare di ottenere il sound giusto e poi andare avanti sulla strofa che, per quanto semplice, deve riprodurre quell’intenzione ritmica essenziale per il brano.
Il ritornello è decisamente più complesso e a maggior ragione lo studierei un pezzettino alla volta, specialmente se suonate la chitarra da poco tempo.

Buono studio ragazzi e buone vacanze!