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Le scale modali – Introduzione

Carissimi lettori musicoffili, sono lieto di presentarvi una nuova rubrica firmata MusicOff dove affronteremo un tema semplice, ma molto importante soprattutto per noi musicisti moderni: le scale modali. È la prima volta che scrivo per il sito, forse qualcuno di voi mi avrà visto in qualche video contest, comunq

Carissimi lettori musicoffili, sono lieto di presentarvi una nuova rubrica firmata MusicOff dove affronteremo un tema semplice, ma molto importante soprattutto per noi musicisti moderni: le scale modali. È la prima volta che scrivo per il sito, forse qualcuno di voi mi avrà visto in qualche video contest, comunque sia visto che molti sicuramente non mi conosceranno credo sia importante che mi presenti: sono Paolo Motta un giovane polistrumentista/compositore/produttore più tante altre cose per farla breve (molto breve eheh) e quasi laureato al conservatorio di Frosinone in chitarra Jazz.
Suono da quando sono piccolo, data la mia numerosa famiglia piena di musicisti e strumenti, e mi interesso di qualsiasi tipo di arte soprattutto a livello “pratico”, perché credo fermamente che se t’interessa l’arte la devi anche “fare”, altrimenti è come sapere tutte le regole di una lingua e non saperla parlare (vedi l’inglese insegnato in Italia, ma questo discorso è meglio per un’altra rubrica magari… ).In questa serie di articoli cercherò di essere il più pratico possibile per farvi capire come poter utilizzare nel vostro genere e/o stile questo tipo di scale, così almeno non andrete via a fine lettura col cervello pieno di concetti e senza nulla di nuovo da poter suonare, meglio no? Ragion per cui vi consiglio vivamente di avere un pianoforte o una tastiera a portata di mano: vi aiuterà a capire tutto in maniera molto più semplice e visiva, è molto importante.Bene cominciamo subito! Suoniamo una bella scala di Do sulla nostra tastiera. “Ancora che parliamo di scala di Do?” vi starete dicendo; non sapete quante cose si possono nascondere dietro una semplice scala maggiore, anzi vi dirò di più, imparare come si deve tutto quello che si può fare con la scala maggiore significa essere in grado di suonare, capire e improvvisare sull’80% della musica, l’altro 20% è un po’ di lavoro extra sulle minori (che poi alla fine si comportano in maniera simile) e altre piccole cosette. Dicevamo, prendiamo la pluri-premiata scala di Do:Come tutti sappiamo per suonare la scala di Do dobbiamo suonarla partendo da un Do e finendo sul Do dell’ottava successiva, però proviamo per un attimo a suonarla, invece, da Re a Re e sentite che effetto fa:Sono le stesse note, eppure sembra quasi una scala a sé stante. Ecco, avete ufficialmente scoperto la vostra prima scala modale! Facile, no? Come potete immaginare facendolo con le altre note della scala possiamo trovare altre scale modali, quindi suonando da Mi a Mi, Fa a Fa e così via troveremo le restanti scale modali derivate dalla scala maggiore. Adesso non ci resta che dargli un nome, o meglio, sapere come si chiamano perché chiaramente ci ha già pensato qualcun altro a darglielo (i greci). Andando in ordine di note:IonicoDoricoFrigioLidioMisolidioEolio (naturale minore)LocrioIl vero problema adesso è cercare di isolarle dal suono che abbiamo in testa della scala maggiore, perché quando nel primo approccio a queste scale il cervello automaticamente cercherà di dargli una funzione all’interno della scala di Do come se fossero solo dei fraseggi, soprattutto se suonate una dopo l’altra sul pianoforte come molti di voi credo (e spero!) avranno fatto seguendo questo articolo.
Basterà semplicemente addestrare il nostro orecchio a queste nuove sonorità e per farlo vi rimando al prossimo articolo, nel frattempo sperimentate con queste nuove “scale” e cercate di crearci melodie interessanti e magari individuarle in canzoni che conoscete.

Paolo Motta  La Redazione di MusicOff.com dà un caloroso benvenuto nel proprio Staff a Paolo Motta, sicuri che il valore di un giovane così preparato e intraprendente sarà prezioso per tutti i musicoffili, benvenuto Paolo! 😉