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Joshua Redman – Walking Shadows

"Walking Shadow" è la nuova avventura discografica di Joshua Redman, a vent’anni dal suo debutto il sassofonista statunitense figlio d’arte (del celeberrimo Dewey Redman), ha deciso infatti di scommettere su di una nuova esperienza che lo vede protagonista insieme al suo amico/collaboratore/produttore Brad Mehldau

“Walking Shadow” è la nuova avventura discografica di Joshua Redman, a vent’anni dal suo debutto il sassofonista statunitense figlio d’arte (del celeberrimo Dewey Redman), ha deciso infatti di scommettere su di una nuova esperienza che lo vede protagonista insieme al suo amico/collaboratore/produttore Brad Mehldau di un disco strumentale, oserei dire “sperimentale”.Arrangiato con un complesso orchestrale, novità per la sua musica, ed un quartetto che vede la partecipazione del già citato Mehldau, dell’amico Larry Grenadier e del collaboratore Brian Blade, il disco si presenta con una miscellanea di suoni interessanti ed esecuzioni/interpretazioni originali ed insolite da scoprire traccia per traccia.Un lavoro che oltre a pezzi inediti, include cover di Duke Ellington, Bach, Beatles e John Mayer per citarne alcuni. Una varietà di generi e stili diversi, rivisitati in chiave jazz, che potrebbe far storcere il naso a molti; eppure una scelta strategica vincente quella di Redman, che negli ultimi mesi della sua carriera è riuscito ad attrarre un pubblico sempre meno omogeneo, aprendo ad influenze musicali apparentemente più moderne. Una raccolta di ballad curata ed elegante quella di Walking Shadow, impreziosita dalle scelte di Redman, fedele alla tradizione Jazz come in The Folks Who Live on The Hill e Lush Life, ed attento alle tendenze pop-folk (reminescenze della sua giovinezza) come la classica Let It Be, o Stop This Train di John Mayer.

La selezione presenta anche ri-arrangiamenti vivaci e originali come Easy Living ed Infant Eyes.  Anche se durante l’ascolto, si ha spesso l’impressione che il tutto debba fare da cornice ad un qualcosa di più grande; impressione puntualmente smentita da Stardust nel quale il sassofono tenore di Redman fa da padrone e leader dell’intero brano. Tra le cover, anche gli inediti di Joshua: Final Hour una raffinata composizione per sassofono accompagnata da un sottofondo al piano di Mehldau e Let Me Down Easy un brano dolce e affascinante che chiude l’album.Un disco jazz eterogeneo e moderno da ascoltare attentamente, che esalta non solo le doti strumentali ma anche quelle compositive di Redman, celebrando il suo gusto musicale emozionante e diretto.

Stefano Di Maria

Genere: JazzProgetti simili consigliati: Roy Hargrove, John Scofield, McCoy Tyner. Line-up
Joshua Redman – sax 
Brad Mehlda – piano
Larry Grenadier – basso elettrico e contrabbasso
Brian Blade – batteria
Dan Coleman – direttore d’orchestraTracklist: 1.The Folks Who Live on the Hill (Jerome Kern & Oscar Hammerstein)
2. Lush Life (Billy Strayhorn)
3. Stop This Train (John Mayer & Pino Palladino)
4. Adagio (J.S. Bach)
5. Easy Living (Leo Robin & Ralph Rainger)
6. Doll Is Mine (Kazu Makino, Amedeo Maria Pace & Simone Maria Pace)
7. Infant Eyes (Wayne Shorter)
8. Let It Be (John Lennon & Paul McCartney)
9. Final Hour (Joshua Redman)
10. Last Glimpse of Gotham (Brad Mehldau)
11. Stardust (Hoagy Carmichael & Mitchell Parish)
12. Let Me Down Easy (Joshua Redman) Con questa prima uscita firmata da Stefano Di Maria, cogliamo l’occasione per dargli il benvenuto nel nostro team di Redazione. È sempre bello poter incontrare tanta passione e dedizione in ragazzi giovani come Stefano, che offrono il proprio tempo ed impegno in primis per ricevere consiglio e migliorare. Siamo sicuri sia questo l’inizio di una collaborazione divertente, seria e proficua in entrambi i sensi di marcia!

Benvenuto Stefano e buon lavoro!

La Redazione di MusicOff.