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John Martyn – Solid Air

Arrivato a Londra da Glasgow, John Martyn, al tempo Iain McGeachy,viene immediatamente influenzato dal Folk revival britannico, che in quel periodo conosceva una seconda giovinezza. Entrato a far parte del clan di Joe Boyd, produttore della Island, il braccio rivolto alle novità della casa discografica EMI, Martyn vie

Arrivato a Londra da Glasgow, John Martyn, al tempo Iain McGeachy,viene immediatamente influenzato dal Folk revival britannico, che in quel periodo conosceva una seconda giovinezza. Entrato a far parte del clan di Joe Boyd, produttore della Island, il braccio rivolto alle novità della casa discografica EMI, Martyn viene a contatto con nomi illustri del periodo, Richard Thompson, Sandy Denny e, Nick Drake su tutti a quest’ultimo proprio l’autore dedica il brano da cui il disco prende il titolo, all’amico che da poco aveva deciso salutare questo mondo, dopo aver invano cercato un’affermazione personale. Martyn è ormai al suo sesto album, a differenza dell’amico è riuscito ad assaporare il tanto ambito successo ed ora può permettersi il lusso di ricercare sonorità nuove, di sperimentare, ha la possibilità di evolversi e ne approfitta subito. In queso disco, dal sapore molto bluesy, Martyn spazia da brani sussurrati, incantati, come la title track, a pezzi con matrici più folk come Over The Hill nel quale si avvale anche dell’aiuto di Richard Thompson che suona il mandolino. Il tutto strizzando l’occhio al folk americano, a Dylan, alla Mitchell ed a Tim Buckley in particolare. La ballata più riuscita May You Never che verrà anche ripresa in seguito da Eric Clapton che ne farà uno dei suoi cavalli di battaglia. A rendere il tutto ancora più instabile emotivamente si aggiunge la ormai gravissima dipendenza dell’artista dall’alcol, che gli rende la voce più roca, più sibilante ed i brani ancora più suggestivi, pregni di sbalzi emotivi che mettono in evidenza tutta la sua complessità ed interiorità. Non mancano comunque anche spunti più elettronici, I’d Rather be The Devil ne è l’esempio lampante John Bundrick (detto Rabbit) che offre in questo brano il suo contributo con l’organo Hammond, facendo atterrare il disco anche su territori psichedelici. Forse il disco precedente Bless The Weather (Island, 1971) era più schietto, più immediato ma ciò nonostante questo si mantiene su livelli ugualmenti alti aggiungendo però una personalita’ un po’ diversa, senza dubbio più matura.

  • Solid Air
  • Over The Hill
  • Don’t Want To Know
  • I’d Rather Be The Devil
  • Go Down Easy
  • Dreams By The Sea
  • May You Never
  • The Man In The Station
  • The Easy Blues (Jelly Rock Blues/Gentle Blues)
  • I’d Rather Be The Devil (Live)
  • Casa discografica: Island
    Anno: 1973