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Il rapporto con i vicini

Probabilmente non c'è questione più spinosa ed antica dei rapporti di noi musicisti con i nostri amati/odiati vicini di casa, perché molti di noi sicuramente, prima o poi, hanno dovuto fare i conti con il solito inquilino del piano di sopra/sotto che mal sopporta i nostri assoli di tapping sfrenato alla Van Halen o

Probabilmente non c’è questione più spinosa ed antica dei rapporti di noi musicisti con i nostri amati/odiati vicini di casa, perché molti di noi sicuramente, prima o poi, hanno dovuto fare i conti con il solito inquilino del piano di sopra/sotto che mal sopporta i nostri assoli di tapping sfrenato alla Van Halen o i poderosi power chords in stile AC/DC in piena mattinata o nel primo pomeriggio (per non parlare di qualche coraggioso che ci si avventura addirittura la sera tardi), magari di Domenica…
Difficile convincerli spiegando che quelle note sono state suonate nei più grandi stadi del mondo e che hanno fatto la storia del nostro genere preferito.
Non che, del resto, questa spiegazione possa darci una mano, anche nel caso di un vicino appassionato di musica ma… un po’ meno della “nostra”! ;)Purtroppo, come in numerose convivenze, c’è bisogno di trovare un punto d’incontro, cercando, da entrambe le parti, di immedesimarsi nei panni altrui e non essere troppo egoisti. Devo dire che, sin dagli inizi, sono stato abbastanza fortunato: i miei vicini non mi hanno mai “soffocato”, anzi, qualcuno quando mi incontra per strada si complimenta per quella o l’altra canzone, tenendomi anche sotto controllo, per così dire, con i progressi.
Da considerare, però, che la mia bravura, se così vogliamo chiamarla, è stata quella di non calcare mai la mano e cercare di rispettare i loro spazi, perchè una nostra passione non deve diventare l’incubo di altri. In definitiva, l’indisponenza ai rapporti ed al quieto vievere insieme non deve prendere il sopravvento in nessun caso.Quando siamo presi dal momento “guitar hero”, pochi di noi fanno attenzione al potenziometro del volume, da un certo punto di vista sottolineo giustamente, ma è altrettanto giusto conoscere i limiti sia nostri che, soprattutto, degli altri. Questo articolo vuole appunto riflettere e aprire una discussione con voi a proposito di questi rapporti, tramite lo scambio di opinioni ed esperienze, perchè molto frequentemente l’ago della bilancia pende sempre verso chi contesta.A meno di non avere vicini particolarmente pignoli che renderebbero vano qualsiasi confronto, la via migliore è quella del dialogo. Per esperienza personale, ogni volta che è venuto meno il dialogo la situazione è degenerata, in una continua ed infinita diatriba, e possiamo facilmente intendere come sia controproducente una situazione simile. Perché il nostro obiettivo è quello di stare bene insieme anche se con qualche limite, piuttosto che rovinarsi la vita a vicenda e farsi venire il “sangue amaro”, giusto?Allora le linee guida generali sono quelle che tutti conosciamo oramai da tempo, da quando eravamo piccoli e fino alle quattro del pomeriggio non si poteva scendere in strada a prendere a calci quel bel pallone di cuoio.Magari può capitare che il vicino sia malato, anche nulla di grave come una leggera influenza, ma in questi 4/5 giorni di riposo, per lui forzato, a noi non succederà nulla se non facciamo sfogare le nostre belle EL34/6L6/etc… o non facciamo scintille con le nostre bacchette in carbonio. Dotarci di un simulatore digitale o prodotto simile, come per esempio una batteria elettronica economica, aiuterà nei momenti in cui abbiamo voglia di suonare; avere la possibilità di un’alternativa sicuramente farà diminuire la tentazione di accendere per forza l’ampli o tirare fuori un bel groove con i nostri tom e così via per tutti gli strumenti che possono sfruttare questo tipo di sostituzione “virtuale”.
Certo, è pur vero che il suono non reggerà il confronto con nostri strumenti acustici, ma per un paio d’ore potremo anche mettere da parte il “tone” e concentrarci magari un po’ di più sul nostro strumento e sulle nostre doti musicali.Per i miei colleghi chitarristi, può essere molto utile anche approfittare di questi momenti di pausa per suonare la chitarra elettrica scollegata (o perché no, una bella acustica o classica, NdR), visto che molti suonano esclusivamente collegati all’ampli. State sicuri che sfruttando queste piccole occasioni, sfruttabili anche la sera tardi, miglioreranno il tocco e il rapporto “fisico” con lo strumento, facendovi prendere molta confidenza con la sua “risposta” priva di effetti ed amplificazione.Gli spunti per migliorare i rapporti con i vicini ci sono, e sono tanti e diversi soprattutto, ora tocca a voi! Raccontatemi la vostra, non solo se siete “rockettari elettrificati”, ma anche cantanti, violinisti, trombettisti o altro e non avete congegni digitali pronti all’uso. Avete mai avuto problemi con il vicinato? Avete risolto? Se si, come?Ci leggiamo sul forum!Riccardo “theblindbluesman” Poddighe