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HDR #9 – I processi di lavorazione

Ciao a tutti musicOffili e benvenuti al nostro penultimo appuntamento con questa serie, oggi riassumiamo a grandi linee tutte le fasi che si percorrono per realizzare un "prodotto" musicale; la primissima fase, chiaramente, è la stesura dei brani, la composizione, una cosa talmente personale che ho sempre storto il na

In questa ultima puntata della rubrica Hard Disk Recording riassumiamo a grandi linee tutte le fasi che si percorrono per realizzare un prodotto musicale.

La primissima fase, chiaramente, è la stesura dei brani, la composizione, una cosa talmente personale che ho sempre storto il naso quando ne ho sentito parlare a livello “didattico”. Credo sia quel tipo di step che è assolutamente singolare e bisogna solo capire se in quel momento si è in grado di comporre da se oppure ci si affida ad un compositore.

Badiamo bene che nella storia ci sono stati tantissimi ottimi musicisti, intepreti, che non scrivevano le proprie canzoni ma erano fenomenali nel suonarle/cantarle. Si può studiare composizione ma, ripeto, credo sia una cosa essenzialmente del tipo “ce l’hai” o “non ce l’hai” indipendentemente dallo studio. In questa fase quindi si va a delineare l’armonia su cui si muoverà il brano, si lavorerà sulla melodia del brano e si scriveranno le parole (a meno di un brano strumentale). 

Subito dopo arriviamo all’arrangiamento del nostro brano/i. Cosa si fa quando si arrangia un brano? Dipende! Scegliamo intanto gli strumenti che andranno a suonare (ad es. in un brano metal, solitamente, non andremo a scrivere una parte per una sezione di fiati) facendo caso soprattutto ad una cosa: abbiamo intenzione di suonarlo dal vivo questo brano?

È chiaro che ogni cosa si potrà cambiare, si potrà suonare con le sequenze, ma se partiamo ad arrangiare dei brani che andranno suonati dal vivo cerchiamo di attenerci quanto più possibile all’organico che avremo a disposizione sul palco! Questo faciliterà l’arrangiamento e ci permetterà di eseguire i brani completamente live dai musicisti, senza l’ausilio delle sequenze che oggi sono alla base di un grandissimo numero di show ma, per certi versi, limitano l’esecuzione.

A questo punto è il momento di chiudere la pre-produzione. Pre-produzione significa “tirare le somme” di tutto il lavoro svolto in fase di composizione e arrangiamento ed “impacchettarlo per iniziare le registrazioni”. Capiamo bene cosa vuol dire quello che ho scritto: intanto si riascoltano i brani (che nelle precedenti fasi abbiamo registrato “al volo”, giusto per avere un riferimento) e si decide la “strada” da far prendere ai brani a livello di “ambiente”, di “suoni”, di “mood”. Si chiudono gli arrangiamenti ed i testi, cercando di guardare tutto nell’ottica dell’interezza del progetto che stiamo creando.

Ad esempio: a chi ci rivolgiamo? Che target abbiamo? Cosa vogliamo farci con il nostro prodotto? È importantissima questa fase perchè, se svolta bene, velocizzerà notevolmente le successive.

HDR #9 - I processi di lavorazione

È arrivato il momento di iniziare la registrazione. Si va quindi nello studio che si è scelto o nella vostra struttura attrezzata. Permettetemi di aprire una piccola parentesi: oggi è fondamentale presentarsi al pubblico in maniera sempre più professionale. Per capirci, potete avere i brani più belli del mondo ma, se prodotti male, resteranno al 95% in casa vostra. Il senso del discorso è, come nelle altre fasi (valutare produttori che si occupino di composizione/arrangiamento), chiedersi sinceramente se si può fare un bel lavoro nella propria sala prove con qualche microfono e una stanza non trattata (quasi impossibile).

Se avete in mente di fare un EP, un disco seriamente, magari aspettate qualche mese in più per arrivare al budget necessario ma affidatevi a professionisti. Nel caso della registrazione, ascoltate quello che producono gli studi che conoscete o che vi hanno consigliato e confrontatelo con il vostro materiale. Se siamo lì, complimenti, altrimenti scegliete quello che, semplicemente, vi piace di più e non vi porta via un rene.
Dovunque iniziate le registrazioni è fondamentale arrivare preparati e professionali.

  • Se avete da portare la vostra preproduzione da usare come “guida” per chi inizierà le registrazioni portatela in formato WAV, esportatela dallo 0 del progetto per non avere dubbi sul sync ed ovviamente appuntatevi scrupolosamente i BPM dei brani.
  • Arrivate con i brani conosciuti alla perfezione. Consiglio per gli strumentisti: potete prepararvi a casa i brani da registrare a velocità più elevata. Ad esempio se c’è una parte di ritmica serrata a 140bpm studiatela partendo lentamente e superate quella velocità. Una volta superata, in maniera corretta, la velocità originale, registrarla in studio sarà una passeggiata.
  • Cambiate le corde ai vostri strumenti e siate maniacali nell’intonazione.

Siamo arrivati all’editing dove bisogna preparare le tracce al missaggio. È importante quindi, anche se dipende comunque da progetto a progetto, pulire le tracce da eventuali rumori di fondo (che non dovrebbero proprio esserci), rimettere a tempo qualche parte se necessario o lasciare tutto completamente naturale (come detto, dipende), intonare, etc… Insomma, durante l’editing prepariamo le nostre tracce al mix, quando ci concentreremo solo sui suoni, sulle dinamiche e sui volumi e non più sulle singole parti.

Nel mixing appunto si “mettono insieme” tutte le tracce registrate lavorando sull’intellegibilità, sulla dinamica e su tanti aspetto legati alla produzione (suono della batteria, posizione della voce nel mix, pan delle chitarre, etc… ). È sicuramente una delle fasi più delicate.

Arriviamo alla fine della produzione con il mastering. Qui dobbiamo fare in modo che i nostri brani suonino “al giusto volume” (anche se con la loudness war questa affermazione è abbastanza in disuso), che non creino problemi nell’ascolto su qualsiasi dispositivo (autoradio, stereo hi-fi, ipod, casse integrate del notebook, etc… ). Anche questa è una fase delicatissima perchè, se non svolta da veri professionisti, potrebbe “mandare all’aria” tutto il lavoro svolto finora. Per fare un buon mastering ci vogliono delle competenze specifiche oltre che un luogo di lavoro idoneo.

Grazie dell’attenzione a tutti i Musicoffili!

Giacomo Pasquali – TouchClay Studio