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Generale – Gli intervalli

Sembrerà anche un argomento scontato e privo di importanza (tanto li conoscono tutti vero), ma vogliamo approfondire il discorso intervalli perché pensiamo che questi vengano presi molto sottogamba dai musicisti odierni. Per i principianti questa lezione servirà come vero e proprio approccio a questo mondo "int

Sembrerà anche un argomento scontato e privo di importanza (tanto li conoscono tutti vero), ma vogliamo approfondire il discorso intervalli perché pensiamo che questi vengano presi molto sottogamba dai musicisti odierni. Per i principianti questa lezione servirà come vero e proprio approccio a questo mondo “intervallistico” (passateci il termine :-), mentre per gli esperti sarà un approfondimento alle nozioni gia’ acquisite. Iniziamo con un lecita domanda: “Che cos’è un intervallo in musica?”. Risposta : “E’ la distanza d’intonazione fra due note”!!! A questo punto dobbiamo focalizzare il nostro lavoro su due punti fondamentali:

  • Nomenclatura degli intervalli
  • Utilizzo degli intervalli
  • Convenzionalmente intendiamo l’intervallo come la distanza fra due note, a partire, generalmente, da quella più bassa; queste due note possono essere messe in rapporto fra di loro sia in senso “orizzontale” (due suoni consecutivi), che in senso “verticale” (due suoni contemporanei).

    Per quel che riguarda la nomenclatura cerchiamo di abbandonare un pochino le regole classiche (a nostro giudizio macchinose ed arcane), utilizzando due “targhette virtuali”: una per la quantità (numero ordinale) e l’altra per la qualità (aggettivo).

    Come punto di riferimento si prende in considerazione la struttura della scala maggiore (TTsTTTs).

    Iniziamo prendendo due note vicine tra loro, ad esempio Do e Re.
    La distanza tra queste due note la possiamo anche vedere come la distanza fra la seconda e la prima nota della scala; perché allora non chiamarlo “intervallo di seconda?”
    Con lo stesso meccanismo possiamo “etichettare” anche tutti gli altri intervalli.
    L’intervallo fra Do e Mi ad esempio sarà un intervallo di terza; e così via.

    Finché ci troviamo all’interno delle 7 note della scala maggiore non abbiamo problemi utilizzando il sistema suddetto, ma se ad esempio avessimo l’intervallo tra Do e Mib come lo chiamiamo?

    Ecco che entra in gioco la seconda “targhetta virtuale”, ma anche qui abbiamo dei problemi da risolvere per colpa del fatto che non tutti gli intervalli sono uguali.
    Per esempio l’intervallo di quarta (come pure quello di quinta e di ottava) é un po’ particolare, così particolare che è chiamato giusto (perfect in anglosassone); quindi tra Do e Fa c’è una quarta giusta, fra Do e Sol c’è una quinta giusta e fra Do e Do c’è un’ottava giusta.

    Per gli altri intervalli interni alla scala maggiore, sempre riferiti al primo grado, sono stati etichettati maggiori.
    Ecco quindi la soluzione al nostro problema: mentre Do-Mi è una terza maggiore (o Do-La una sesta maggiore), Do-Mib è una terza minore (o Do-Lab una sesta minore); questo perché se leviamo mezzo tono ad un intervallo maggiore, questo diventa minore. Se questo semitono lo aggiungiamo diventa aumentato.

    I problemi però non sono finiti :-).Purtroppo gli intervalli di quarta, quinta e ottava hanno una nomenclatura differente.
    Ad esempio una quinta giusta, meno un semitono, verrà denominata diminuita e non minore; mentre quando il mezzo tono si aggiunge l’appellativo aumentata rimane anche per questa categoria di intervalli.

    In alternativa a questo metodo, e’ sempre valido quello “aritmetico”
    Basta “misurare” la distanza tra un grado e l’altro della scala con una particolare unità di misura: il semitono 🙂

    Esemplificando, una terza maggiore sarà di quattro semitoni, una quinta giusta di sette semitoni, e così’ via.
    E’ comunque largamente consigliato il primo metodo che risulta assolutamente più musicale.

    Ma qual’é il campo di utilizzo degli intervalli? Beh sicuramente la musica!
    Spremetevi a fondo e vedrete che entro poco tempo tutto quello che sembra uno stancante e mnemonico esercizio diverrà come per magia una delle chiavi delle vostre improvvisazioni 🙂
    Attenzione ad alcune nomenclature di intervalli che risultano inadeguate ed obsolete.

    Es. La 3° diminuita esiste musicalmente, ma è meglio dire 2° maggiore; stessa cosa vale per la 4° diminuita… meglio chiamarla 3° maggiore!
    Certo potremmo dire che l’intervallo che c’è tra Do e Mi bb (doppio bemolle) è una terza diminuita, ma probabilmente è solo un sistema per impazzirsi ancora di più in questo particolare contesto!
    Chiamiamo quindi Re il Mi bb e tutto sarà molto più facile!

    Buon lavoro a tutti! Intervalli Piu’ Comuni Distanza
    in semitoni Denominazione Quantità Qualità 1
    2
    3
    3
    4
    4
    5
    6
    6
    7
    8
    8
    9
    9
    10
    11
    12
    Seconda
    Seconda
    Seconda
    Terza
    Terza
    Quarta
    Quarta
    Quarta
    Quinta
    Quinta
    Quinta
    Sesta
    Sesta
    Settima
    Settima
    Settima
    Ottava
    Minore
    Maggiore
    Aumentata
    Minore
    Maggiore
    Diminuita
    Giusta
    Aumentata
    Diminuita
    Giusta
    Aumentata
    Minore
    Maggiore
    Diminuita
    Minore
    Maggiore
    Giusta