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Def Leppard – Mirrorball “live and more”

Oltre sessantacinque milioni di dischi venduti e forse altrettanti palcoscenici calcati, trent’anni di carriera alle spalle ma nessun live ufficiale, “Mirrorball” è il titolo del primo disco dal vivo nella carriera dei Def Leppard, probabilmente non sarà l’album più originale dell’anno, ma senza dubbio mer

Oltre sessantacinque milioni di dischi venduti e forse altrettanti palcoscenici calcati, trent’anni di carriera alle spalle ma nessun live ufficiale, “Mirrorball” è il titolo del primo disco dal vivo nella carriera dei Def Leppard, probabilmente non sarà l’album più originale dell’anno, ma senza dubbio merita di essere ascoltato perché è adrenalina allo stato puro. Si può dire che ci abbiano pensato bene i nostri, prima di rilasciare questo disco, ma ascoltare per la prima volta un live dei Def Leppard dopo tanta attesa, è un’esperienza che ogni amante del rock dovrebbe provare.

L’album, come già dalla tracklist si capisce, è un riassunto della carriera della band, dagli anni Settanta fino all’ultimo disco “Songs from the sparkle lounge”.Per accontentare proprio tutti, il cofanetto di “Mirrorball” contiene anche in anteprima degli inediti che andranno a finire sul prossimo album in studio, oltre a vari dvd ricchi di contenuti extra. 
L’occasione è speciale ed i Def Leppard hanno voluto celebrarla alla loro maniera, il primo dei due dischi attacca con “Rock! Rock! Till you drop” mostrando subito una band in forma strepitosa, con un Joe Elliot ruggente e Phil Collen, probabilmente a petto nudo, che cerca di affondare il pubblico a colpi di riff. 

Che i Def Leppard ci sappiano fare non è una novità, vantano una qualità esecutiva dal vivo che è competenza di pochi altri, e finalmente questo “Mirrorball” arriva a inciderne la testimonianza per i posteri. Una produzione veramente eccezionale è ciò che colpisce in seconda battuta, i suoni sono sempre ben bilanciati senza mai annegare nelle urla del pubblico e ogni strumento rimane sempre ben riconoscibile. “Rocket” e “Animal” seguono a tirare qualche altra bardata proveniente dagli anni Ottanta, per arrivare poi a “C’mon c’mon”, tratta da “Songs from the sparkle lounge”, che bene s’inserisce anche in mezzo ai canzoni che hanno fatto la storia della band. 

“Make love like a man” è un vero capolavoro dell’hard rock più sbruffone e strafottente, in questa versione dal vivo suona anche molto meglio che in studio, e il discorso vale anche per altri brani fra i più datati. Tempo lento con “Too late for love”, ballad che hanno fatto la fortuna dei Def Leppard come di tantissimi altri gruppi hard rock del periodo. Tanti anni di carriera s’intrecciano alla perfezione tra di loro senza dare segno di cedimento. La voce di Elliot regge bene per quasi tutto il tempo, non poco per band di questo genere, Collen e Campbell filano tappeti di chitarra mentre Savage e Allen pensano a fare il loro dovere alla ritmica. Tutto funziona naturalmente e si sente.

Quando è il momento di “Love bites” le urla del pubblico riportano sotto al palcoscenico per poi lasciarsi colpire pesantemente da un brano storico come “Rock on”, introdotto da uno strumentale di Savage. In seguito una delle ballate più belle della carriera dei Def Leppard, “Two steps behind”, apre il secondo disco all’insegna della band nella sua versione più sentimentale, continuando poi anche in “Bringin on the heartbreak” in una delle sue migliori esecuzioni. Finalmente si torna a calcare l’acceleratore per una serie di canzoni che è in realtà il fulcro del live, ciò per cui si può aspettare sotto la pioggia ad orari imbarazzanti del mattino per poter entrare nelle prime file al concerto.

“Switch 685” e “Hysteria” sono solo l’antipasto, è finalmente l’ora di “Armageddon it”, “Photograph” e “Pour some sugar on me”. Lanciate così, in una sequenza killer per ogni ragazzo cresciuto con una chitarra vicino al letto, e un marshall gigante nei propri sogni.
Non c’è niente da fare, brani del genere hanno probabilmente una profondità morale pari a quella dei film “American Pie”, ma ogni volta è sempre vero spettacolo. Riff che odorano pesantemente di spandex, Nike AirMax e Ritorno al Futuro, il riverbero sul rullante non è mai abbastanza, tutto condito da ritornelli memorabili. Semplicemente perfetto, dai Def Leppard non si è mai voluto altro. 

Tutti e tre i brani sono eseguiti alla perfezione, soprattutto per quanto riguarda la solistica di Collen, unico appunto è la voce di Elliot che in “Photograph” mostra un po’ di cedimenti. Non è certo questo però a rovinare un disco finora impeccabile nella sua essenza e realizzazione. Ascoltato il santo trittico di qui sopra, qualsiasi fan dei Def Leppard potrebbe dirsi assolutamente soddisfatto e spegnere il disco per andare a prendersi una bella birra ghiacciata. Vale però la pena arrivare alla fine del secondo cd per potersi gustare i tre nuovi brani inediti. Il primo dei tre è “Undefeated”, classico pezzo hard rock ruggente e trascinante, senza molti fronzoli, bello l’intreccio delle chitarre che segue il piccolo intro di batteria, certo niente di nuovo sotto il sole. “Kings of the world” e “It’s all about believing” ricordano il perché i Def Leppard sono diventati grandi: la melodia. 
Senza scampo alla fine del disco si continua a fischiettare i motivetti appena sentiti, soprattutto quello di “It’s all about believing”, probabilmente chimico per quanto riesce a penetrare la nostra memoria. Così si chiude questo “Mirroball”. 

Tre brani inediti pronti a mostrare che difficilmente ci si sbarazzerà dei Def Leppard, soprattutto dopo il ritorno in gran carriera, prima con “Yeah” e poi con “Songs from the sparkle lounge”. Il live è esattamente come si può immaginare, solido, arrogante e tremendamente ben registrato. I brani inediti non sono copie del passato, nemmeno grandi novità, ma a loro modo anche i Def Leppard con il passare degli anni stanno dirigendo le loro caratteristiche verso lidi più consoni, come già avevano dimostrato nelle ultime produzioni in studio.

Per chiunque si sia fatto le ossa sull’hard rock classico, questo disco è sicuramente imperdibile, per tutti gli altri potrebbe essere un buon modo di riscoprire una band che indubbiamente ha fatto la storia del suo genere. Pionieri a fine anni 70, diverse generazioni sono cresciute ascoltando Elliot & Co. Ad ogni concerto, anche dopo tanti anni, molti giovani continuano ad accalcarsi sotto i loro palchi, a dimostrazione che la qualità vera con l’età non si perde ma si trasforma.Tracklist:Disco 1
01. Rock! Rock! (Till You Drop)
02. Rocket
03. Animal
04. C’Mon C’Mon
05. Make Love Like A Man
06. Too Late For Love
07. Foolin’
08. Nine Lives
09. Love Bites
10. Rock OnDisco 2 (DVD)
01. Rock! Rock! (Till You Drop)
02. Armageddon It
03. Pour Some Sugar On Me
04. Hysteria
05. Nine Lives (video)
06. C’Mon C’Mon (video)Disco 3
01. Two Steps Behind
02. Bringin’ On The Heartbreak
03. Switch 625
04. Hysteria
05. Armageddon It
06. Photograph
07. Pour Some Sugar On Me
08. Rock Of Ages
09. Let’s Get Rocked
10. Action
11. Bad Actress
12. Undefeated
13. Kings Of The World
14. It’s All About Believin’Francesco “edward84” Sicheri