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Addio a Ornette Coleman

Si è spenta una delle luci più luminose del Jazz di tutti i tempi: Ornette Coleman, il sassofonista che verrà ricordato tra i progenitori del Free Jazz.

Scomparso a New York all’età di 85 anni, Coleman è stato un pilastro del genere musicale e allo stesso tempo in grado di rompere ogni sua regola e farne qualcosa di nuovo, variopinto ed eterno; la lista dei musicisti che devono un qualcosa a questo straordinario musicista sarebbe davvero lunghissima per non dire infinita, è stato un grande al fianco dei più grandi, anche se non subito compreso da questi.

Musicisti come Miles Davis e Dizzy Gillespie furono infatti spiazzati dal suo modo di intendere il Jazz in maniera completamente free, ma poi, come la storia insegna, questo tipo approccio finì con l’esplodere e coinvolgere tantissime altre leggende della musica. Ciò che all’inizio fu percepito come “confusione” poi divenne un canto libero e un’ispirazione per le generazioni contemporanee e successive.

Riportiamo le parole del New Yor Times: “Attraverso il suo esempio negli anni ’50 e ’60 ha aiutato il jazz a cambiare rotta, ad essere meno legato alle regole di armonia e ritmo e a prendere le distanze con il repertorio delle canzoni americane“.

Nel corso della sua vita Ornette Coleman è stato impegnato in numerosissime collaborazioni, anche decisamente inusuali come quella che nel 1993 lo vide affiancare i Grateful Dead sul palco per un paio di concerti, oppure la sua collaborazione per il disco “The Raven” di Lou Reed.
Ci ha regalato un’estesa discografia, dal suo primo “Something Else!!!!” del 1958 (titolo che già conteneva il suo desiderio di rompere con il “già ascoltato”), opere che non hanno mai abbassato il tiro negli anni, riuscendo nel 2007 a vincere il Premio Pulitzer per la musica con l’album “Sound Grammar“.

Un altro grande musicista ci ha lasciato, dopo altre recenti perdite che hanno segnato il mondo della musica. Noi però, come sempre, dobbiamo ritenerci fortunati, perché potremo continuare a godere delle bellissime note che questi padri dell’arte musicale ci hanno lasciato in eredità.
Grazie, Ornette!