HomeStrumentiChitarra - Test & DemoAbbiamo provato l’amplificatore BOSS Katana 50

Abbiamo provato l’amplificatore BOSS Katana 50

A una quarantina d'anni di distanza dalla commercializzazione dei primi effetti a pedale e dalla prima versione dei famosi amplificatori della serie Cube, Roland prosegue con successo sulla strada del combo integrato con effetti più o meno speciali. Nel caso della linea Boss Katana si punta sul look all-black e sul no

A una quarantina d’anni di distanza dalla commercializzazione dei primi effetti a pedale e dalla prima versione dei famosi amplificatori della serie Cube, Roland prosegue con successo sulla strada del combo integrato con effetti più o meno speciali.
Nel caso della linea Boss Katana si punta sul look all-black e sul nome aggressivo per indicare un target che, in realtà, è molto meno limitato agli amanti del rock di quanto ci si potrebbe aspettare.

Abbiamo provato l'amplificatore BOSS Katana 50

Il Katana 50 è, infatti, un giocattolone che, come succede spesso in questo settore, finisce per offrire volentieri qualcosa di più a chi sa come sfruttare al meglio suoni e funzionalità abilmente progettati in fabbrica. La portabilità non è certo la stessa di un Micro-Cube, ma le dimensioni sono comunque molto compatte e i 12 Kg scarsi di peso più che accettabili, specie con 50 watt di potenza massima e uno speaker da 12″. E costa anche poco!

Il problema con i prodotti che offrono tanto è che questo diventa presto “troppo”, e cioè di perdere il senso del proprio suono in una girandola di timbri ed effetti diversi, tutti intriganti ma proprio per questo pericolosi. È come in un negozio di dolciumi, dopo un po’ viene voglia di un panino col salame.
Boss, però, lavora furbamente al fianco con l’impatto immediato di un amplificatore dal look pulito e analogico perlomeno nei controlli: la scelta di manopole classiche contro i display a LED e tasti multi-funzione segna un punto a favore rispetto a  tutta la platea di strumentisti allergici alle complicazioni.

Abbiamo provato l'amplificatore BOSS Katana 50

Collegando la chitarra senza perdere troppo tempo con i manuali ci muoviamo subito velocemente nell’arco dei 5 tipi di “carattere” pensati per l’ampli, Clean, Crunch, Lead, Brown e Acoustic.

Il canale Clean mantiene fede al suo nome fino in fondo, non lasciando spazio al breakup neanche con il gain al massimo, ma mantenendo definizione e brillantezza del suono nella migliore tradizione americana vintage.
Il Crunch ha buona elasticità e sfruttando opportunamente il controllo di Gain consente di aggiungere la giusta quantità di grinta al suono.
La differenza fra i canali Lead e Brown si sente nella più ampia escursione di quest’ultimo – derivato dalla serie Waza – che mostra subito una “botta” potenziata sulle medio-basse. È questione di gusti e di strumento, ma la potenzialità per creare e utilizzare suoni distorti è ampia e spazia da un caldo overdrive bluesy ai suoni più cattivi e taglienti del metal moderno.

Abbiamo provato l'amplificatore BOSS Katana 50

I preset di fabbrica sono piuttosto efficaci, alcuni decisamente divertenti, e la qualità dei modelli digitali alla base di tutto è consolidata da anni di lavoro sulla tecnologia COSM e derivati. Ci si diverte non poco.
Collegando una chitarra acustica amplificata colpisce la fedeltà del suono Acoustic, che restituisce le caratteristiche dello strumento in maniera trasparente. Anche senza tweeter aggiuntivi e con il solo cono da 12″ riproduce molto naturalmente la voce della chitarra senza neanche sottolineare troppo la parte meno gradevole del suono di un comune trasduttore piezo.

Non poteva mancare in un amplificatore “user friendly” come Katana 50 la possibilità di scegliere la potenza erogata e infatti troviamo sul pannello una pratica manopola a becco in stile vintage per passare dallo Standby a 0.5, 25 o 50 Watt. Questo ci permette di mantenere efficacemente le caratteristiche dei suoni prescelti a qualsiasi volume con particolare riferimento alle timbriche basate su distorsione e overdrive.
Molto comoda anche la possibilità di inclinare il combo sfruttando il piedino apribile nel lato inferiore.

Abbiamo provato l'amplificatore BOSS Katana 50

Gli effetti sono blindati in categorie circoscritte, abbinati in maniera da offrire veloce gestione e una certa coerenza di genere.
La comodità del digitale è qui richiamata dai tre tasti per scegliere il tipo di effetto abbinato alla relativa manopola, con tre bank di colore diverso:

  • Booster/Mod
  • Delay/FX
  • Reverb

Un quarto micro-pulsante permette di sfruttare la funzione Tap per regolare il tempo di ritardo delle ripetizioni degli effetti collegati.
Premesso che usando il software di editing dedicato è possibile scegliere fra 55 tipi di effetti, sono 15 quelli che l’ampli Katana permette di tenere a portata di mano e tre di questi si possono usare contemporaneamente.
Le regolazioni sono molto limitate ma la qualità generale è buona.

Infine, le due banche di memoria – CH1 e CH2 – sono a disposizione per memorizzare quanto scelto e regolato a dovere, pronto per l’uso.
In alternativa, basta selezionare l’uso completamente manuale dell’ampli premendo il tasto Panel e dimenticare completamente la presenza delle memorie.
Comoda la connessione USB, ormai un must su questi ampli, che dà modo di sfruttare il software di cui sopra e anche di registrare in diretta collegandosi al proprio PC/MAC o qualsiasi altro device compatibile.

Le altre connessioni che fanno la differenza sono un Rec Out analogico da ¼” utile anche per le cuffie e un Aux In con mini-jack per collegare fonti audio esterne.
Inoltre, la gestione dei effetti e preset può essere ampiamente facilitata collegando oggetti opzionali come il footswitch Boss FS-5L o  pedali d’espressione come Roland EV-5, Boss FV-500L, Boss FV-500H.

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La voce del Katana 50 è sicuramente sufficiente anche per situazioni di medio calibro e rende giustizia ai suoni disponibili, ma per chi volesse qualcosa di più la serie comprende anche un modello da 100 Watt in versione testata, combo 1×12″ e 2×12″.

Maggiori informazioni sul sito di Roland Italy.

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