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The Whip Hand – Wavefold

Non molto tempo fa ci capitò di ascoltare e di analizzare un gran bel disco realizzato da un'ottima band pugliese. Un disco autoprodotto, caratterizzato da un suono suggestivo perché capace di raccogliere e rielaborare con estrema fantasia elementi wave, post-punk, noise, shoegaze e rock. Si trattava dell'Ep d'esordi

Non molto tempo fa ci capitò di ascoltare e di analizzare un gran bel disco realizzato da un’ottima band pugliese. Un disco autoprodotto, caratterizzato da un suono suggestivo perché capace di raccogliere e rielaborare con estrema fantasia elementi wave, post-punk, noise, shoegaze e rock.

Si trattava dell’Ep d’esordio dei bravissimi The Whip Hand, tre talentuosi ragazzi provenienti da Trani che, nonostante la giovane età, dimostravano non solo di essere alquanto preparati sotto l’aspetto tecnico, ma anche di possedere dei bei gusti a livello musicale.L’Ep s’intitolava “Mist” e conteneva cinque pezzi inediti arrangiati con perizia e maturità, magari non innovativi, ma di certo figli di un songwriting abbastanza raro e curioso in Italia. A più di un anno di distanza dall’uscita di “Mist”, il progetto The Whip Hand ha poi finalmente sfornato il suo primo album in studio: “Wavefold“.

Anticipato dal singolo Try, “Wavefold” contiene in totale dieci canzoni. Tre di queste, ovvero Like Water, Arms ed A, figuravano già all’interno di “Mist”. Bisogna dire che il taglio di questo nuovo disco della band, uscito il 16 maggio scorso, non si discosta troppo da quello che connotava il suo predecessore.I toni sono sempre molto scuri, e le atmosfere si rifanno in maniera evidente sia agli anni Ottanta, sia agli anni Novanta: ai primi anni Novanta. Sono ricorrenti i giri di basso accattivanti suonati in stile wave. E sono anche consistenti certi riff e certe progressioni chitarristiche in bilico tra gli U2 di “October” e i Sonic Youth di “Sister”, tra i Bauhaus di “Mask” e i Big Black.Insomma, la proposta musicale è sempre allettante, e di fatto “Wavefold” suona benissimo. Sembra un disco d’altri tempi, su questo non ci piove. E forse è proprio questa prerogativa a renderlo più affascinante di quanto s’immagini. È un disco ricco di grandi canzoni, e a tal proposito ci sembra giusto riportare qualche titolo. Occhio allora alla trascinante Eleven, all’ammaliante e imprevedibile Today. Occhio alla ruvidità di Falling, così come all’ipnotica Whenever You Want, traccia scelta dai Whip Hand per chiudere l’album.Considerando l’inaspettata buona resa di “Mist”, a molte persone “Wavefold” potrebbe anche dire poco. Forse qui c’è meno eclettismo, meno eterogeneità. È un Lp più quadrato e compatto “Wavefold”, il che gli consente comunque di superare con nonchalance la sufficienza.
Fatecelo dire, questa è una di quelle band da monitorare seriamente, soprattutto in virtù dei grandi margini di miglioramento che vi si scorgono. Per essere un trio, i Whip Hand tirano fuori un sound alquanto elaborato e consistente, massiccio. Scusate se è poco.

Alessandro BasileGenere: Post-Punk, Alternative Rock, Noise

Line-up:
Tony Bruno – voce, batteria
Gianni Ricchiuti – chitarre elettriche
Francesco Adduce – basso

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Tracklist:
1. Intro
2. Like Water
3. Eleven
4. Try
5. Lost
6. Today
7. Falling
8. Arms
9. A
10. Whenever You Want