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Randy Rhoads – Questione di stile #8

Oggi voglio parlarvi di uno dei chitarristi che assieme a tanti altri nomi sacri è riuscito ad infuocare il metal degli anni '80 con i suoi funambolici assolo. Parliamo di Randy Rhoads, nome talvolta dimenticato e poco considerato, purtroppo. In ogni caso il suo stile fondeva un'ottima tecnica ad un fraseggio fluido c

Oggi voglio parlarvi di uno dei chitarristi che assieme a tanti altri nomi sacri è riuscito ad infuocare il metal degli anni ’80 con i suoi funambolici assolo. Parliamo di Randy Rhoads, nome talvolta dimenticato e poco considerato, purtroppo. In ogni caso il suo stile fondeva un’ottima tecnica ad un fraseggio fluido che prediligeva l’utilizzo di tecnica quali il legato, hammer e tapping.
Non in secondo piano i suoi richiami neoclassici presenti in diversi assolo, tra cui quello di Mr Crowley.

Ha dunque configurato una miscellanea di frasi che spaziavano dal classico hard rock solo incisivo al vorticoso e melodico fraseggio di riminiscenza barocca. Andiamo ad analizzare qualche licks estratto da qualche suo assolo.

Partiamo da Mr. Crowley, celebre brano di Ozzy Osbourne. La prima frase che ho estratto e di cui trovate in allegato sia la versione a tempo che quella rallentata, si basa sull’utilizzo della pentatonica minore di D, e presenta un lick molto comune al mondo del blues, unica differenza è l’ammontare di gain e di violenza (passatemi il termine) nel suonarlo.
Questo lick, suonato in sestine e contenuto nella prima battuta della partitura allegata, rappresenta il miglior modo per aprire con semplicità e incisività un solo da arena rock. Prosegue poi con un discesa sulla scala pentatonica già citata, scende per poi salire di nuovo mentre sotto scorrono altri due accordi. Non curante di ciò chiude con un full bend sulla nota C, che lo riporta alla conclusione sulla tonica.

Il secondo lick è tratto sempre da Mr. Crowley, parliamo però di una piccola parte dell’assolo di chiusura. Stile barocco inconfondibile, tecnica al servizio della melodia. Parliamo di porzioni di arpeggio di triade, il primo, composto dalle note A, F e D, marca la triade minore di D mentre l’accompagnamento suono appunto un D5, classico Power Chord privo di terza.
L’arpeggio successivo, composto dalle note Bb, F e D, suona terza e quinta giusta di G insieme alla sua 7a minore, mentre scorre appunto l’accordo di G5. Ci spostiamo poi sull’accordo di C5 mentre l’arpeggio suona proprio le note della triade, C, E e G. Stessa cosa avviene sull’accordo di F5 con le note F, A, C. Si chiude poi con un paio di frasi sulla scala minore armonica di D, tutto in tremolo picking.

Randy Rhoads - Questione di stile #8

Passiamo al secondo esempio, tratto dalla sezione finale dell’assolo di Flying High. In questo caso ho estratto la parte del tapping, molto interessante in base allo scorrere degli accordi. Vi ricordo che in questo caso l’accordatura è un semitono sotto. In ogni caso, il primo arpeggio suonato col tapping si basa sull’accordo di A5 e suona le note A, E e C#, nient’altro che la triade maggiore di A.
Gli altri arpeggi continuano allo stesso modo, mettendo la tonica con il tapping e il resto della triade con il legato della mano sinistra. Interessante il modo il pattern ritmico del tapping, come anche la struttura quasi geometrica degli arpeggi, che si muovono sistematicamente di una corda e di un tasto avanti seguendo l’armonia sottostante (A5, F5, D5, Bb5, E5, C5, A5, F5).

Ultimo lick analizzato ed estratto è quello dell’assolo di Crazy Train, si tratta davvero di un incipit meraviglioso, da vero Guitar Hero. Partiamo sempre un arpeggio di triade con tapping, l’accordo sottostante è F#5 e le note suonate sono (successione ordinata in base alla frase) C#, F# e A.

Nella seconda battuta rimangono F# e A ma il C# si sposta a D, assecondando quindi l’accordo D5. Segue poi una frase sulla scala di F# minore chiusa da un bending + tapping, tecnica da tenere a mente ogni volta che si intende pavoneggiarsi con eleganza.

Siamo giunti al termine di questa nuova lezione, vi aspetto al prossimo appuntamento augurandovi buon divertimento e buono studio.

Un saluto da Carlo Romano Grillandini