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Mogwai – Rave Tapes

I Mogwai proseguono sulla strada intrapresa lo scorso anno con l’intima ma brillante colonna sonora della serie televisiva "Les Revenants", con la differenza che in "Rave Tapes" la band scozzese passa dall’impreziosire immagini all’arredare stanze sonore. E questa metafora risulta, in questo caso,

I Mogwai proseguono sulla strada intrapresa lo scorso anno con l’intima ma brillante colonna sonora della serie televisiva “Les Revenants”, con la differenza che in “Rave Tapes” la band scozzese passa dall’impreziosire immagini all’arredare stanze sonore. E questa metafora risulta, in questo caso, particolarmente calzante, poiché i brani che compongono l’ottava opera dei Mogwai sono costruiti, per lo più, partendo da una base semplice, che si ripete sullo sfondo e viene progressivamente colorata, arricchita e plasmata dagli altri strumenti.

Dei veri e propri ambienti musicali, chiusi e statici, ognuno con una propria personalità e un proprio umore, che la band arreda con un gusto per lo più minimalista, ma estremamente raffinato.Un gusto che apprezziamo fin dall’essenzialità di “Heard About You Last Night“, che apre l’album con una dolce e cullante malinconia, e ritroviamo anche nella più animata “Simon Ferocious“, in cui una base rumorosamente elettronica non si lascia facilmente sopraffare dagli elementi decorativi. E proprio la personalità del tema portante (ossia l’elemento ripetitivo) di quest’ultimo brano mette in evidenza come l’andamento circolare delle canzoni dei Mogwai non sfoci nella monotonia, anche se il rovescio della medaglia di questa omogeneità è la mancanza di veri e propri “colpi di scena”.In “Rave Tapes“, infatti, non troverete bagliori improvvisi, ma un’uniformità lentamente sfumata che sorprendentemente riesce, a suo modo, ad essere memorabile. È difficile, infatti, restare indifferenti al sapore esotico del secondo tema dell’ottima “Remurdered“, alla maestosità delle tastiere che rompono l’ossessività onirica di “Deesh” o alla struggente delicatezza dell’avvolgente “No Medicine for Regret“.Meritano invece un discorso a parte gli unici tre brani non strumentali dell’album. I Mogwai mettono infatti in scena una particolare evoluzione vocale che parte dallo spoken word dell’enigmatica ma poco incisiva “Repelish“, passa per la più convenzionale e struggente “Blues Hour” (che si distingue anche per l’andamento lineare e non circolare) e approda nella degenerazione vocale di “The Lord is Out of Control“, che si avvale in maniera estremamente suggestiva del vocoder, dando al finale dell’album un carattere corale particolarmente evocativo.La bellezza dei suoni e la raffinatezza compositiva (sottolineiamo anche un uso dell’elettronica  non rivoluzionario, ma neanche banale), fanno dell’ascolto di “Rave Tapes” un’esperienza particolarmente piacevole. Nonostante abbiano ormai quasi raggiunto i 20 anni di carriera e la climax della loro vita artistica sia alle spalle, i Mogwai dimostrano, con quest’album di una semplicità aggraziata e brillante, di avere ancora qualcosa di importante da esprimere.Francesco CiceroGenere: Post-rockLine-up:
Dominic Aitchison – basso, chitarra
Stuart Braithwaite – chitarra, voce
Martin Bulloch – batteria
Barry Burns – chitarra, basso, tastiere, voce
John Cummings – chitarra“Rave Tapes” Tracklist:
01 Heard About You Last Night
02 Simon Ferocious
03 Remurdered
04 Hexon Bogon
05 Repelish
06 Master Card
07 Deesh
08 Blues Hour
09 No Medecine For Regret
10 The Lord Is Out Of ControlArtisti simili: Explosions in the Sky, Godspeed You! Black Emperor, Russian Circles, 65daysofstatic