HomeStrumentiChitarra - DidatticaIvano Icardi – Pentatoniche orizzontali

Ivano Icardi – Pentatoniche orizzontali

Ciao amici MusicOffili, oggi vi propongo una nuova lezione di livello intermedio, quindi nulla di particolarmente complicato ma prima di procedere ci tengo a fare una piccola premessa: non prendete questa semplice lezione come un mero esercizio di tecnica, si, è vero in parte lo è, ma solo se vi soffermerete alla vis

Ciao amici MusicOffili, oggi vi propongo una nuova lezione di livello intermedio, quindi nulla di particolarmente complicato ma prima di procedere ci tengo a fare una piccola premessa: non prendete questa semplice lezione come un mero esercizio di tecnica, si, è vero in parte lo è, ma solo se vi soffermerete alla visione del video o alla lettura della partitura. Andate oltre, trasformatelo in qualcosa di vostro, trovate la vostra voce, il vostro playing il vostro timing e i vostri personali modi di suonare utilizzando questa visione orizzontale delle scale pentatoniche come spunto per creare la vostra voce sullo strumento!Analizzate il peso del vostro plettro sulle corde e la vostra unica ed inimitabile pressione delle dita sui tasti, fate attenzione ai dettagli e identificate quali sono i vostri punti di forza, quelli che ritenete “belli per voi” e lavorateci sodo, in questo modo, partendo da un concetto semplice come quello trattato oggi, potrete ottenere un’evoluzione come strumentisti, ma soprattutto come musicisti. Usate le backing tracks che vi allego, non per esercitarvi ma per fare musica. Non suonateci semplicemente “sopra” ma suonateci insieme, insomma se non fosse abbastanza chiaro, fate musica non ginnastica.Una cosa molto importante da metabolizzare è che questo modo di suonare le pentatoniche va integrato con quello che vi è più consono e comodo non deve necessariamente diventare una priorità suonarle così, ma piuttosto pensiamo ad un “colore” da utilizzare quando lo riteniamo necessario.
Le pentatoniche orizzontali sono un argomento assai comune per noi chitarristi, e soprattutto per quelli più esperti, ma lo spunto per questa lezione mi è stato dato da un ragazzo che, durante una clinic, mi chiese delucidazioni su un passaggio contenuto nel mio brano “Burning Wires” , potete ascoltarlo al minuto 01′:39”; questa domanda e quelle successive dei partecipanti alla clinic mi hanno fatto capire quanto questo modo di vedere la scala letteralmente “srotolata” su tutto il manico non sia un procedimento così immediato per tutti.
Ma veniamo alla lezione! La tonalità è Gm e la scala in questione è una semplice scala di 5 suoni che possiamo chiamare scala pentatonica minore, pensandola come derivazione di una scala minore naturale o 5° modo di una scala pentatonica maggiore. La sua struttura quindi sarà: I – bIII – IV – V – bVII e le note in tonalità di Gm saranno G – Bb – C – D – F.Suonare in modo orizzontale una pentatonica, non è altro che visualizzarla sul manico in modo differente da quello che siamo abituati a fare normalmente; ovviamente prima di approcciare a questo modo di pensare la scala bisogna aver ben metabolizzato tutte e 5 le diteggiature della scala pentatonica, così da poterne cogliere nella sua totalità lo sviluppo su tutta la tastiera.
Suonare questo tipo di scale in questo modo, detto appunto orizzontale, è uno dei metodi che preferisco, il poterle fare spaziare per l’intera lunghezza del manico in modo da poter agevolmente salire di registro e magari poter creare linee melodiche molto lunghe, mi permette di esprimere concetti musicali più evoluti rispetto alla semplice esecuzione dei box in maniera verticale. Di norma, si tende ad utilizzare questa tecnica su una sequenza di due o tre modi consecutivi, e magari muovendosi in modo orizzontale e verticale, nel mio caso, amo concatenarne molti, magari sviluppandoli solo su due corde e portandoli, come già detto, a muoversi lungo tutta la tastiera della chitarra.In apertura dell’esercizio troverete una sequenza pentatonica in Gm che parte con la classica diteggiatura derivata dal 5° modo di una scala pentatonica maggiore. Questa sequenza di note l’ho inserita volutamente per ribadire a livello sonoro ciò che andremo a suonare; subito dopo comincia l’esecuzione orizzontale, in principio si muoverà tra due pattern vicini stando sempre su gruppi di due corde adiacenti per poi cominciare lo sviluppo verso note più acute; ci troveremo quindi a percorre sulle corde 3° e 4° la quasi totale lunghezza del manico e in quel frangente faremo scorrere idealmente tutti e 5 i pattern pentatonici per poi ridiscendere ,sulla prima e seconda corda, fino a ritornare all’origine della frase, ovvero la scala pentatonica minore di G suonata nella sua forma più canonica.

A livello esecutivo può essere interessante accentare sempre la prima nota di ogni quartina di sedicesimi, in modo da non rendere piatta e meccanica l’esecuzione; queste variazioni dinamiche sono spesso quello che caratterizzano ogni musicista, sono l’impronta digitale che ci rende riconoscibili alle orecchie degli ascoltatori. Quindi, un consiglio che mi permetto di darvi, è quello di curare molto il tocco e la dinamica e non trascurarli soprattutto quando suonate ad alte velocità, se a 75 di bpm riuscite ad accentare ogni prima nota di una quartina, dovete riuscire a farlo sentire anche a 150 bpm e il tutto in totale scioltezza.Ma veniamo al sodo, quello che più mi interessa trasmettere con questa lezione è la musicalità, non la tecnica o la teoria; ciò che conta davvero accade a livello sonoro, quindi la fluidità, la semplicità e il grande impatto che questa scala può suscitare in un ascoltatore non sono da sottovalutare e se usata con dovizia può creare un effetto dirompente che nessun modo superlocrio potrà mai uguagliare (al posto di superlocrio potete mettere il nome di qualsiasi scala che ritenete particolarmente complessa).Troppo spesso si trascura il lato comunicativo della musica a discapito di virtuosismi sterili; una scala, una tecnica, un passaggio non dovrebbero mai essere fini a se stessi ma suscitare emozione e comunicare un’intenzione del musicista. Saper creare tensione o rilassatezza, smuovere un sentimento, una sensazione in chi ascolta dovrebbe essere l’obiettivo ultimo di chi si appresta a suonare uno strumento.
Come sempre se avete domande, oltre che sul forum di MusicOff, passate anche a trovarmi sulla mia pagina Facebook!
Alla prossima!

Ivano Icardi on MusicOff
Ivano Icardi Official Website
Ivano Icardi è chitarrista e produttore musicale; nato nel 1975, inizia a suonare all’età di 5 anni, partecipando ben presto a diversi importanti concorsi nazionali per chitarristi. Come produttore ha partecipato a diversi “Platinum Awards” album e collabora attivamente con: Warner, Sony e Universal. Mentre, come compositore, ha lavorato con le principali aziende televisive italiane: RAI, Mediaset, La7, MTV, Sky, Magnolia, Walt Disney, 20 Century Fox ha inoltre composto musiche per i più importanti brand mondiali come: Coca Cola, Nivea, Toyota, Lacoste e moltissimi altri. Negli ultimi dieci anni, Ivano ha lavorato a più di 3000 brani in veste di produttore, chitarrista, arrangiatore o compositore e la sua musica viene utilizzata costantemente da registi di tutto il mondo grazie ad una fitta rete di Publisher che lo supportano. Nel 2010 decide di ricominciare la sua carriera artistica come chitarrista solista e dopo la pubblicazione, nel 2012, dell’acclamato album solista “Walking With The Giants” , uscito con l’etichetta discografica internazionale di Steve Vai, Digital Nations, intraprende una serie di collaborazioni di livello mondiale come quelle avventure con: Gregg Bissonette, Bryan Beller, Fabrizio Grossi e John Giblin. In Italia e all’estero si esibisce con la Ivano Icardi Band formata insieme a Lele Melotti alla batteria e Lorenzo Poli al basso. Inoltre, come direttore artistico e arrangiatore, collabora con le strutture più all’avanguardia nel campo della registrazione audio; questa attività, con quella sui palchi, gli ha permesso di lavorare con alcuni dei migliori musicisti e produttori di tutto il mondo.