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Che succede se rallenti “Jolene” di Dolly Parton?

Quando si ascoltava (o si ascolta ancora) la musica in vinile, era facile scordarsi di cambiare la velocità di rotazione del piatto passando da un 33 ad un 45 giri, o viceversa, ottenendo così risultati spesso piuttosto ridicoli di un brano, rallentato o velocizzato; tuttavia a volte, più raramente, si scopriva che

Quando si ascoltava (o si ascolta ancora) la musica in vinile, era facile scordarsi di cambiare la velocità di rotazione del piatto passando da un 33 ad un 45 giri, o viceversa, ottenendo così risultati spesso piuttosto ridicoli di un brano, rallentato o velocizzato; tuttavia a volte, più raramente, si scopriva che la canzone poteva tranquillamente essere apprezzata anche se mandata ad una diversa velocità.

Ha fatto parlare il caso del celebre brano di una delle regine della musica country, Dolly Parton, cioé “Jolene“, inserito dalla rivista Rolling Stones con uno dei 500 brani migliori della storia al 217esimo posto e riproposto da decine di altri artisti, da pop star come Miley Cyrus a esponenti del Rock contemporaneo come i White Stripes.

Cosa succede quindi se rallentiamo la canzone? Bé ciò che ne viene fuori è una versione altrettanto bella del brano, con la voce di Dolly che assume contorni più oscuri, si fa più bassa, ma estremamente affascinante, e tutta la canzone si circonda di un’atmosfera decisamente più desertica, introversa, un arrangiamento che piacerebbe molto a cantautori come Mark Lanegan (tra i primi che ci vengono in mente).

A voi l’ascolto e il giudizio e, se avete un giradischi, ogni tanto provate a sbagliare di proposito, non si sa mai!